“Dopo il caso di un paziente che ha subito disagi e disservizi e al quale va tutta la nostra solidarietà, riteniamo anche noi che sarebbe opportuno aprire una indagine interna, rendendone pubblici anche gli esiti, partendo però dall’attuale organizzazione del lavoro, dal perché ci sono i letti sui corridoi in tutti i reparti, dal perché le attese nel pronto soccorso sono lunghe ed estenuanti, dal perché sono saltati i percorsi dedicati ai Covid e non ci sono più le zone grigie, dal perché le attività chirurgiche di media e bassa complessità sono al palo, dai reparti chiusi, alle dotazioni organiche di personale nei reparti che sono le più carenti dell’Umbria”.
A scriverlo in una nota è Giorgio Lucci, segretario generale della Fp Cgil di Terni, che sottolinea come solo dopo aver esaminato e rese pubbliche le risultanze di questa indagine si potrebbe anche verificare se effettivamente ci siano stati disservizi causati da inadempienze dovute a comportamenti poco consoni del personale.
“Da circa 3 settimane abbiamo richiesto un incontro sulle condizioni di lavoro del personale del pronto soccorso – ricorda il sindacalista – ormai diventato un servizio di emergenza con all’interno un reparto di degenza dove i malati appoggiati sui barellini in attesa di un posto letto stazionano anche per giorni in attesa di un posto letto. Stiamo cercando di capire perché la fantomatica convenzione tra azienda ospedaliera e Usl Umbria 2 per l’uso delle sale operatorie di Narni, che potrebbero far riprendere l’attività chirurgica programmata, non parta. E stiamo chiedendo – continua il segretario della Fp Cgil – risorse di personale per i laboratori analisi. Lo stesso personale ante Covid sta supportando tutta l’attività di processo dei tamponi sia per il personale interno che per i cittadini e anche per l’Usl Umbria 2”.
La Funzione Pubblica Cgil sottolinea anche come, nonostante vi sia “urgente bisogno” di personale O.s.s. in tutte le aziende sanitarie della Regione, al fine di implementare gli operatori ed “evitare l’indegna prassi delle assistenze a pagamento”, solo ora, dopo 2 anni, si vede qualche segnale per l’espletamento del concorso.
“Continuiamo a perdere le migliori professionalità per mancanza di concorsi pubblici, sia per il personale del comparto che per la dirigenza medica – aggiunge Lucci – Dirigenza che non vede a Terni possibilità di carriera con conseguente perdita di chance. Nel Lazio sono già state avviate le procedure previste con la legge di stabilità 2022, per stabilizzare personale assunto a tempo determinato per fronteggiare l’emergenza Covid, in Umbria tutto tace”.
Questi sono i temi su cui il sindacato chiede di avviare una seria riflessione, “ma è sicuramente più semplice – afferma ancora Lucci – addossare le responsabilità ai singoli. perché sarebbe complicato dover ammettere che sono i bilanci delle aziende che determinano i servizi e che anche alla sanità privata vanno garantiti gli utili, sarebbe complicato dover ammettere che tutte le regioni limitrofe hanno adottato un politica di assunzioni molto più performante”.
“Ci dispiace per ciò che è accaduto – conclude il segretario Fp Cgil – ma forse prima di avviare indagini sarebbe meglio chiedere scusa, da parte di chi è pagato per garantire i servizi. Ci dispiace ciò che è accaduto ma non ci sorprende, e soprattutto se non si trovano velocemente soluzioni, tutto questo accadrà ancora. E se il più delle volte si riesce ad evitare il peggio, ciò è dovuto esclusivamente responsabilità professionalità ed etica del personale del Santa Maria”.
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