“Promozione dell’enogastronomia locale e alimentazione a chilometro zero sono i punti cardine nella moderna promozione territoriale e turistica in particolare. Il mattatoio quindi ha un valore strategico nella promozione del territorio, del quale una città capoluogo di provincia che punta sulla diversificazione culturale e turistica non può certo fare a meno. Invece nonostante le promesse che il servizio non sarebbe stato interrotto e che la rigenerazione dell’area del foro boario non avrebbe inciso negativamente, anzi sarebbe stata l’occasione per rilanciare e modernizzare il mattatoio, Terni da ormai un anno e mezzo ha perso l’infrastruttura e questo problema non sembra proprio essere una priorità per gli enti preposti”.
Questo quanto si legge in una nota di Confartigianato Terni.
“Mentre gli imprenditori sono costretti da un anno e mezzo a rivolgersi alle strutture della provincia di Perugia o del Lazio, il Comune di Terni, al di là delle parole e delle promesse, sembra aver dimenticato le imprese: il bando per la gestione e costruzione del mattatoio che è stato emesso è andato deserto, evidentemente perché il complesso di impegni e future ragionevoli utilità elaborato dal Comune di Terni e contenuto nel dispositivo del bando stesso non è stato ritenuto attrattivo da parte di nessun operatore professionale. Il Comune quindi ha proceduto ad autorizzare la realizzazione del palazzo dello sport, senza la contestuale soluzione del problema e non risulta alcuno stanziamento nel bilancio comunale a questi fini. Il problema del mattatoio evidentemente non può risolversi da solo, occorre mettere in campo risorse e politiche concrete e tempestive.
Esaminando la mappa dei mattatoi bovini attivi sul territorio appare evidente che mentre la provincia di Perugia presenta complessivamente una buona dotazione con ben nove strutture attive , l’intera provincia di Terni dispone invece del solo mattatoio di Orvieto, che per localizzazione e configurazione non è in condizione di soddisfare le esigenze del comprensorio di Terni. Il risultato è che la parte più grande e popolosa della provincia è oggi del tutto sfornita del servizio e le imprese sono costrette a farsi carico di costi, operazioni di trasporto, inefficienze che una gestione accorta del problema avrebbe del tutto evitato.
Chiediamo che l’Amministrazione Comunale garantisca la riattivazione effettiva del servizio entro un anno assumendo subito l’impegno formale di presentare un piano operativo per risolvere il problema inserito nel bilancio 2022 con stanziamenti superiori a quelli inizialmente preventivati, perché le opportunità di ricostruire una struttura economicamente sostenibile dopo un anno e mezzo di interruzione del servizio non possono che essere diminuite”.
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