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Gestione rifiuti, le linee strategiche della Regione

La Giunta regionale dell’Umbria ha assunto, nella seduta di mercoledì, due atti importanti che segnano significativi passi verso la realizzazione di un modello virtuoso di gestione integrata dei rifiuti: il primo definisce l’indirizzo della nuova pianificazione, con una forte spinta al recupero di materia attraverso l’incremento della raccolta differenziata e il riciclo e l’introduzione della valorizzazione energetica; il secondo, per assicurare la tenuta e la stabilità del sistema di gestione nella fase transitoria, prende in esame il fabbisogno di smaltimento in discarica acconsentendo alla riprofilatura di tre delle sei ancora attive sul territorio regionale, con l’obiettivo di scongiurare situazioni emergenziali.

“I rifiuti rappresentano un dossier urgente e importante per l’Umbria, di cui la Giunta regionale si è fatta fin da subito carico, per sanare una situazione che poteva diventare insostenibile” ha sottolineato la presidente della Regione, Donatella Tesei, che al termine della seduta della Giunta regionale ha illustrato in videoconferenza stampa i due provvedimenti, insieme al vicepresidente e assessore all’Ambiente, Roberto Morroni. All’incontro con i giornalisti hanno preso parte, tra gli altri, il direttore regionale a Governo del territorio, Ambiente e Protezione civile, Stefano Nodessi Proietti; il coordinatore del Comitato Tecnico scientifico istituito dalla Regione in materia e professore del Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie dell’Università degli Studi di Perugia, Gabriele Cruciani e il componente dello stesso Comitato Tecnico Scientifico, rappresentante del Parco 3A-Parco Tecnologico agroalimentare dell’Umbria (società regionale cui è stato affidato il coordinamento per la redazione del nuovo Piano per la gestione dei rifiuti), Luciano Concezzi, il dirigente del Servizio regionale Ambiente, Energia, Rifiuti, Andrea Rafanelli.

“Le linee di indirizzo adottate oggi dalla Giunta regionale – ha rilevato la presidente Tesei – poggiano le loro basi sui risultati dell’enorme e proficuo lavoro svolto dal Comitato Tecnico Scientifico, dall’Assessorato e dalle strutture tecniche regionali e ci consentiranno di realizzare in Umbria un modello virtuoso di economia circolare, di sostenibilità ambientale, economica e sanitaria che è il fine che ci siamo posti e vogliamo perseguire”.

“Si concretizza la volontà della Giunta regionale di far compiere un salto in avanti in termini di modernizzazione e qualità nella gestione dei rifiuti in Umbria, recuperando i seri ritardi accumulati nel tempo – ha detto il vicepresidente Morroni – che hanno portato la nostra regione ad essere allineata ai Paesi europei più arretrati nella chiusura del ciclo dei rifiuti, con una percentuale attuale intorno al 35% dei volumi conferiti in discarica, ben lontana dal tetto del 10% (per il 2035) fissato dalle direttive europee. Ora imprimeremo una svolta radicale, per garantire all’Umbria modernità, efficienza e stabilità del sistema, insieme alla salvaguardia ambientale e alla tutela della salute dei cittadini, con provvedimenti volti ad anticipare al 2030, 5 anni prima, gli obiettivi sfidanti europei: il raggiungimento di una percentuale di almeno il 65% dell’indice di riciclo e la riduzione al di sotto del 10% del conferimento in discarica”.

“L’indirizzo del Piano di gestione integrata che intendiamo adottare nei prossimi mesi – ha specificato – è quello dello Scenario 1 fra i tre proposti dal Comitato Tecnico scientifico e tutti coerenti con gli obiettivi regionali. Prevede l’innalzamento della raccolta differenziata con target al 75% medio sul territorio regionale, a fronte di una media del 66,2% raggiunta nel 2020, e agisce sul recupero di materia e sul recupero energetico per le frazioni di scarto residuali, abbattendo al massimo il ricorso alla discarica. Ci allineeremo ai Paesi più avanzati d’Europa, dove il rifiuto è una opportunità di sviluppo e non una criticità”.

“Il nostro slogan – ha aggiunto – è quello di “fare come a Copenaghen”, con la realizzazione di un termovalorizzatore che sia luogo di eccellenza, con benefici ambientali ed economici per i cittadini. La scelta del sito avverrà sulla base di una ricognizione del territorio per individuare le aree più idonee e al termine di un confronto che coinvolgerà anche l’Auri”.

Entro i prossimi tre mesi, adottando lo Scenario stabilito oggi dalla Giunta regionale, gli uffici regionali provvederanno alla redazione del documento del nuovo Piano su cui poi si avvierà l’iter legislativo fino alla definitiva approvazione. Nella fase di transizione, proseguirà l’azione di stimolo e supporto nei confronti di gestori e Comuni per potenziare la raccolta differenziata, “a macchia di leopardo sul territorio regionale – ha rilevato l’assessore Morroni – quale misura atta a ridurre il ricorso allo smaltimento in discarica”.

“Siamo in una situazione di preemergenza a cui negli anni passati non è stata prestata attenzione” ha detto Morroni, che ha evidenziato gli aspetti salienti della delibera approvata oggi dalla Giunta regionale per assicurare la tenuta del sistema regionale mediante l’estensione della capacità residua delle volumetrie delle discariche strategiche regionali per ulteriori 1.000.000 di metri cubi, oltre un 20% complessivo, da ripartire in tempi celeri intanto sugli impianti di Belladanza nel comune di Città di Castello, e  Borgogiglione nel comune di Magione, e successivamente sull’impianto Le Crete nel territorio di Orvieto. Per le discariche regionali di Pietramelina (Perugia), Sant’Orsola (Spoleto) e Colognola (Gubbio) non sono previsti interventi di riprofilatura: i gestori – ha rilevato l’assessore – sono tenuti alla cessazione dell’utilizzo, mettendo in atto tutte le misure necessarie alla chiusura in sicurezza e all’attivazione della successiva fase di post-gestione.

Il Servizio regionale Energia, Ambiente e Rifiuti, Auri e ARPA Umbria hanno già avuto mandato di costruire un tavolo permanente di monitoraggio e intervento al preciso scopo di tutelare quanto più possibile il ricorso alla discarica anche nel periodo transitorio che precederà l’entrata in vigore del nuovo Piano.

 

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