“Dal fallimento delle cellule staminali alla palazzina per ospitare le famiglie dei ricoverati in ospedale.
Quello era un progetto di quindici anni fa, edificio nuovo, mai utilizzato, diventato un peso non indifferente nel bilancio dell’Ater. L’azienda ospedaliera, una volta realizzato, non ha più ritenuto di prenderlo in gestione a causa del fallimento di quella idea che per troppi anni è stato nascosto alla pubblica opinione”.
Queste le parole di Enrico Melasecche, assessore ai Lavori Pubblici della Giunta Tesei.
“Si sono illusi moltissimi malati, sono stati spesi molti milioni facendo trapelare che gli esperimenti portassero a guarigioni quasi miracolose. Ricordo che la città fu presa in giro da dichiarazioni del tipo: “assumeremo duecento ricercatori, le acciaierie sono il passato noi il futuro. Abbiamo visto poi come è andata.
Ricordo ancora le dichiarazioni dei due precedenti sindaci sui successi scientifici di una operazione molto discutibile.
Il presidente dell’ordine dei medici di allora Aristide Paci espresse la propria opinione in modo netto dissociandosi da quella che appariva a molti un’avventura politico-scientifica finita con avvocati, spese legali, ecc, ecc.
Anche l’allora Magnifico Rettore Prof. Sergio Bistoni era fortemente scettico ma la politica impose prepotentemente quella scelta. Un’altra pesante eredità di quegli anni che hanno zavorrato Terni di tanti, troppi debiti e fallimenti.
Chi ricorda i Boc, le famigerate operazioni di finanza derivata, il fallimento degli Studios Cinematografici di Papigno, su cui avevo portato Benigni ed il film dei 3 Oscar La vita è bella? Fu portato al fallimento anche il Centro Multimediale, progetto parallelo all’altra assurdità della Bibliomediateca, un progetto astruso, nato vecchio, quando il mondo ormai viaggiava spedito verso la creazione di internet, cosa ben diversa rispetto all’attuale Bct, che è una normale biblioteca.
È quindi con particolare soddisfazione, quale assessore della giunta Tesei, che ho portato in approvazione il 31 dicembre scorso la proposta che utilizza 5 milioni di euro di fondi europei, per trasformare finalmente quel volume inanimato su cui in questi due anni abbiamo subito attacchi inverecondi proprio dai responsabili di quelle scelte avventate che crearono le basi del dissesto esploso qualche anno dopo.
Quindi oggi passiamo da un problema cristallizzato ad una grande risorsa dall’alto valore sociale, funzionale e simbolico integrando quella struttura con quello che sarà il nuovo Ospedale di Terni.
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