Lettera aperta alla città di Orvieto
“Il 7 gennaio 2022 gli operatori dei servizi d’igiene ambientali di Orvieto si troveranno costretti a scioperare per difendere la propria dignità di lavoratori offesa dall’arroganza della Cosp Tecnoservice, azienda appaltatrice del servizio pubblico affidato dall’Auri (di cui fa parte il Comune di Orvieto) e pagato con le tasse dei contribuenti”.
Questo si legge in una lettera aperta alla città di Orvieto da parte dei lavoratori della COSP TECNOSERVICE.
“Da anni segnaliamo le innumerevoli inadempienze dell’azienda in merito alla corretta applicazione del contratto e alla tutela della salute e sicurezza dei dipendenti, ma riceviamo solo minacce e ritorsioni messe in atto per intimidire e dividere i lavoratori. Da anni assistiamo anche alla latitanza di talune organizzazioni sindacali firmatarie di contratto, interessate a compiacere l’azienda e ad accaparrarsi i pacchetti di permessi sindacali piuttosto che difendere i diritti dei lavoratori. Eppure le nostre richieste sono legittime, perché regolate da leggi dello stato e dal contratto di nazionale d’igiene ambientale a cui la COSP aderisce: chiediamo un contratto di secondo livello come previsto dal contratto nazionale di categoria che riconosca produttività economica e professionalità per i lavoratori; chiediamo trasparenza e informazione sull’andamento economico e produttivo dell’azienda, un dovere nei confronti dei contribuenti che pagano il servizio pubblico, ma anche un obbligo nei confronti dei lavoratori/soci in quanto la COSP è un’azienda cooperativa e preleva mensilmente la quota sociale dalle buste paga dei propri dipendenti, ma non rispetta l’obbligo di assemblea annuale dei soci per l’approvazione dei bilanci; rispetto della legge 81/2008 in materia di salute e sicurezza dei lavoratori. Chiediamo di lavorare con mezzi e carichi di lavoro adeguati, mentre riteniamo inaccettabile che in alcuni cantieri ci sia un solo servizio igienico per 40 dipendenti, e addirittura in altri sono assenti spogliatoi, armadietti e docce, per cui gli operatori sono costretti a fine turno a tornare nelle proprie abitazioni con le divise da lavoro con cui hanno trattato i rifiuti, mettendo a rischio anche i propri familiari da contaminazioni virali e batteriologiche. Di fronte all’arroganza della COSP e alla complicità dei sindacati compiacenti abbiamo dato mandato all’organizzazione sindacale USB di rappresentare le nostre legittime richieste, mentre con senso di responsabilità i lavoratori hanno continuato a garantire il servizio essenziale d’igiene ambientale, anche e soprattutto in questi giorni di festa in cui per l’ennesima volta non ne abbiamo potuto goderne la magicità con i nostri cari, confidando in una apertura di dialogo che avrebbe apportato benefici al servizio, ai cittadini, ma anche accresciuto il senso di appartenenza dei lavoratori all’azienda stessa. Purtroppo la COSP non riconosce neanche il diritto dei lavoratori di scegliere liberamente da chi farsi rappresentare, oppure più realisticamente ha paura di USB, e non è preparata a trattare con un sindacato che sta dalla parte dei lavoratori e ne difende i diritti.
Lo sciopero rappresenta un sacrificio per i lavoratori che vivono di salario perché la perdita di una giornata di lavoro pesa sulle famiglie. Ma non ci hanno dato scelta, numerose richieste d’incontro con la COSP non hanno ricevuto nessuna risposta. Persino le istituzioni come il Comune di Orvieto, che appalta il servizio e dovrebbe pretendere il rispetto delle regole contrattuali dall’azienda a cui ha affidato il servizio pubblico, la ASL che dovrebbe vigilare sulla prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, ma anche il Prefetto che ha presenziato al tavolo di conciliazione fra USB e COSP per evitare lo sciopero, insomma tutte le istituzioni preposte a intervenire per evitare di creare disservizio alla città, come Pilato, si sono lavati le mani al contrario del senso di responsabilità dimostrato sinora dai lavoratori.
Ci scusiamo anticipatamente con i cittadini per il disservizio nella raccolta dei rifiuti, ma il 7 gennaio sciopereremo e continueremo lo stato di agitazione finché non si aprirà un tavolo di confronto con i lavoratori”
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