L’incremento dei prezzi delle materie prime e dell’energia sta riducendo l’impatto positivo delle misure di rilancio dell’economia predisposte dal Governo. Soprattutto nel settore dell’edilizia, anche se naturalmente in un quadro complessivamente positivo, si sta già manifestando il preoccupante fenomeno delle rinunce a commesse acquisite nella ricostruzione post sisma.
Le imprese umbre, infatti, si trovano strette tra l’incremento delle materie prime e dell’energia e la mancata revisione del prezziario regionale. Occorre agire subito. “Serve l’adeguamento del prezziario regionale umbro – afferma Pierangelo Lanini, presidente di ANAEPA Confartigianato Edilizia Umbria, l’associazione delle imprese edili della Confartigianato Regionale – “occorre una manovra duplice: un intervento immediato mirato alle voci che hanno registrato i maggiori incrementi per tamponare la situazione, come già avvenuto in altre regioni e successivamente, nel più breve tempo possibile, una revisione complessiva del prezziario per adeguarlo alle nuove situazioni di mercato”. Aggiunge il Presidente Lanini “Nell’edilizia le dinamiche dei prezzi stanno frenando la ripresa del settore anche in Umbria e ostacolando la manovra governativa del superbonus, mentre non vi è ancora certezza sul prolungamento del periodo di vigenza dei bonus fiscali. Questo rende particolarmente difficile la pianificazione dell’attività delle imprese; auspichiamo, pertanto, che nel quadro dell’attuazione del PNRR si pervenga a delle proroghe sufficientemente lunghe per rispondere alle esigenze delle imprese, dei tecnici e delle stesse committenze”.
Confartigianato Imprese Umbria assiste con preoccupazione al fenomeno dell’incremento abnorme dei prezzi delle materie prime e dell’energia, che agisce negativamente su tutte le imprese e mette a rischio il rilancio dell’economia. Il Presidente di Confartigianato Imprese Umbria Mauro Franceschini afferma che “non si tratta di una rivendicazione generica o settoriale: la posta in gioco è il rilancio dell’intera economia nazionale e l’incremento congiunto delle materie prima da un lato e dell’energia dall’altro, con tassi di aumento previsti fino al 40%, secondo quanto affermato dal Ministro Cingolani, possono rendere difficile la situazione per la maggior parte delle imprese, nonostante la ripresa.”
Sul versante dell’energia Confartigianato nazionale è già intervenuta per richiedere l’immediata riduzione del peso della componente fiscale sulla bolletta elettrica delle piccole imprese. Il prezzo finale dell’elettricità per le piccole imprese è infatti gonfiato soprattutto dagli oneri fiscali e parafiscali che, per la fascia di consumi fino a 20MWh, sono maggiori del 36,2% rispetto a quelli applicati nella media dei Paesi dell’Eurozona.
Purtroppo gli incrementi dei prezzi erano prevedibili in presenza di massicce politiche di sviluppo dell’economia non accompagnate da riduzioni fiscali; occorre, pertanto, sostenere la competitività delle imprese ed evitare in tutti i modi il riproporsi delle situazioni di stagnazione e inflazione che hanno caratterizzato gli anni ‘80.