La parrocchia di Santa Maria Assunta della Cattedrale di Terni celebra la festa del Preziosissimo Sangue dal 21 al 26 settembre. I temi della festa, che rappresenta un’occasione di incontro e di riflessione per tuttala città, sono stati presentati dal parroco della cattedrale don Alessandro Rossini, dal vescovo di Terni-Narni-Amelia mons.Giuseppe Piemontese, dal presidente della Provincia Giampiero Lattanzi e dal sindaco di Terni Leonardo Latini.
La reliquia del Preziosissimo Sangue, una croce pettorale al cui interno sono custodite alcune gocce del sangue di Gesù, fu donata alla chiesa Cattedrale nel 1650 dal cardinale Francesco Angelo Rapaccioli allora vescovo di Terni. È una devozione a Gesù che suggerisce lo spirito di sacrificio, incoraggia a portare la croce e ad affidarsi alla volontà di Dio. In modo particolare, la solennità del Preziosissimo Sangue si lega al territorio ternano grazie ad un’antica storia, che affonda le sue radici nel lontano 1657, quando la popolazione fu colpita da una terribile epidemia di peste che, in poco tempo, causò un elevatissimo numero di morti. L’allora vescovo, monsignor Gentili, decise di fare appello alla Misericordia del Signore e il 21 giugno del medesimo anno si diresse sulla Torre dei Barbarasa. Da qui, benedisse la città con la reliquia del Preziosissimo Sangue: inspiegabilmente e senza una causa evidente, l’epidemia di peste iniziò a decrescere per sparire del tutto durante l’inverno.
Nella Cattedrale di Terni dalla fine del ‘600 la reliquia è custodita nell’altare appositamente costruito e la storia descritta in un dipinto del XVIII secolo, posto sulla parete sinistra del presbiterio, di fronte all’organo, rievoca l’incontro di San Giuseppe da Copertino con il cardinale Rapaccioli. Quando il cardinale, che si recava ad Assisi per incontrarsi con l’amico Santo, giunse nei pressi della basilica di San Francesco, vide venirgli incontro San Giuseppe. Giunto all’altezza del cardinale, il santo, divinamente ispirato, si inginocchiò adorando la reliquia del Preziosissimo Sangue, che il cardinale segretamente recava con sé. L’episodio è una prova indiretta dell’autenticità della reliquia offertaci da San Giuseppe da Copertino, che l’anonimo pittore ha voluto affrescare a lato dell’Altare Maggiore.
Otre alle celebrazioni liturgiche del triduo con l’esposizione della reliquia, il Rosario e la messa, la festa vivrà alcuni momenti culturali di particolare interesse: giovedì 23 settembre alle ore 10.00 il convegno presso il Museo diocesano sul tema “Sì alla Vita No alla Droga” con gli interventi di Emilio Dario Sensi Prefetto di Terni, Bruno Failla Questore di Terni, Leonardo Latini Sindaco di Terni, Sandro Casadei e Giorgio Parisi Ospedale S.Maria di Terni, Cristiano Ceccotti Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Terni, Maurizio Cecconelli Assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Terni e due ragazzi della Comunità Incontro. Moderatore: Riccardo Marcelli
Alle ore 18.30 – Incontro testimonianza: “La grande storia della piccola Sara Mariucci e mamma Morena” a cura del Movimento per la Vita di Terni
Venerdì 24 settembre alle ore 21.00 concerto con testimonianze in piazza Duomo: “Il miracolo in musica” La liberazione di Terni dalla peste ensemble in concerto artisti: Stefano de Majo (attore), Fabrizio Longaroni (tromba e pianoforte), Gustavo Gasperini (violino), Fabio Ceccarelli (fisarmonica), Sara Cresta (soprano), Paolo Macedonio (tenore), Igor Borozan (pittore).
Ostensione della santa reliquia e benedizione del vescovo Giuseppe Piemontese.
Domenica 3 ottobre alle ore 18 all’Anfiteatro Fausto di Terni Spettacolo musicale con testimonianze direttamente da “Amici” Martina Miliddi e Thomas Grazioso.
In programma anche incontri con Padre Giulio Albanese, missionario e giornalista, Mons. Domenico Cancian, Vescovo della Diocesi di Città di Castello “Sacrificio Eucaristico e Sacerdozio”, l’associazione San Vincenzo de’ Paoli, interverrà il presidente diocesano Roberto Reale, incontro testimonianza “Il mondo a colori” di Marianna Boccolini, testimone di fede.
«E’ rinverdire una tradizione che può aiutare i cristiani a tornare all’amore per il Signore – ha detto il vescovo Piemontese – ed anche a riflettere sui mali che circondano la nostra società, i nostri tempi. Nella storia i ternani hanno fatto sempre ricorso alla preghiera, in occasione di eventi calamitosi, invocando il Sangue del Signore per allontanare queste calamità dalla società e dall’esistenza di ciascuno. Quest’anno stiamo lottando non contro la peste, ma contro il Covid che ha provocato migliaia di morti, e la droga che ha fatto tante vittime nella nostra città. È importante che invochiamo il Sangue di Cristo perché anche oggi gli sforzi di tutti siano forti per sconfiggere questi mali e creare mentalità nuova. Questo richiede anche un’assunzione di responsabilità, perché possiamo proiettarci verso un mondo più sano moralmente, spiritualmente, socialmente, dove nella cura della creazione e delle relazioni possono essere evitate nuove pestilenze e soprattutto create sane relazioni interpersonali».
«Una festa legata a quel tesoro nascosto e non abbastanza noto, che è la Reliquia del preziosissimo Sangue di Gesù Cristo – ricorda il parroco della cattedrale don Alessandro Rossini -. Abbiamo pensato di riproporre in maniera solenne, all’intera popolazione della città l’antico rito della benedizione con la Sacra Reliquia, alla presenza del Vescovo Giuseppe, per invocare su tutti noi come in antichità, l’intervento divino, affinché la nostra città torni a risollevarsi, a vivere e a sperare in un futuro migliore».