Gli artificieri dell’Esercito, appartenenti al reggimento genio ferrovieri di Castel Maggiore (BO), hanno completato oggi le operazioni di disinnesco di un ordigno bellico rinvenuto nel comune di Terni durante le operazioni di prospezione geologica finalizzate alla costruzione di un edificio.
L’ordigno, una bomba d’aereo del peso di circa 500 libbre (pari a 227 kg circa) di fabbricazione statunitense risalente al secondo conflitto mondiale, è stato trovato in pessime condizioni di conservazione, ma ancora attivo.
Le operazioni di bonifica, dirette e coordinate dalla Prefettura di Terni, sono state complesse e delicate e si sono svolte in tre fasi: durante la prima, è stata costruita sul luogo di rinvenimento una struttura temporanea di protezione per la mitigazione degli effetti dovuti a un’eventuale esplosione accidentale; nella seconda fase, si è provveduto alla neutralizzazione dell’ordigno tramite la rimozione dei sistemi di innesco; nella terza fase, infine, la bomba d’aereo è stata fatta brillare in un’area individuata e predisposta in modo da tutelare la pubblica incolumità.
La struttura di protezione, risultato di una lunga attività di sperimentazione portata a termine dal Centro di Eccellenza C-IED dell’Esercito in collaborazione con l’Università “La Sapienza” di Roma, ha permesso di ridurre il raggio di sgombero derivante da un’eventuale esplosione accidentale. L’area di evacuazione opportunamente ridotta a un raggio inferiore ai 500 metri, ha comunque coinvolto l’evacuazione di circa 4.000 cittadini.
Per garantire un’adeguata cornice di sicurezza, durante le operazioni di rimozione dei sistemi di innesco, è stata interrotta al traffico la linea ferroviaria Ancona- Roma e alcune strade comunali adiacenti alla zona di ritrovamento dell’ordigno.
Inoltre, tutte le attività si sono svolte nel pieno rispetto delle misure di contrasto alla diffusione del Covid-19.
L’esperienza degli specialisti dell’Esercito di Castel Maggiore è ben testimoniata dagli oltre 500 interventi svolti nel corso dell’ultimo anno, di cui 240 solo nel 2021, nella propria area di competenza (Regione Marche, Umbria e nelle province di Bologna, Forlì Cesena, Rimini e Firenze).
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