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“Quando apre lo svincolo di Piediluco sulla Rieti-Terni?”

Il consigliere regionale della Lega Daniele Carissimi annuncia un’interrogazione alla Giunta per sapere “quale sia lo stato di avanzamento dei lavori di completamento dello svincolo di Piediluco, se veritiera la data del 30 luglio 2021 come data di apertura dello svincolo e della viabilità collaterali e le eventuali problematiche; inoltre quali misure la Giunta stessa intenda intraprendere al fine di garantire la completa funzionalità dell’opera infrastrutturale e quali sono i ruoli degli altri enti competenti per completare l’opera di collegamento”. L’atto è compreso nell’ordine del giorno della seduta di martedì prossimo dell’Assemblea legislativa dedicata al question time.

“L’apertura dello svincolo e i connessi lavori di adeguamento della viabilità locale e realizzazione di rami secondari per i collegamenti con i centri abitati e l’esistente stazione ferroviaria – spiega Carissimi – rappresentano un intervento fondamentale e urgente, sia per il territorio ternano che per l’intera regione, per questo la nostra attenzione è massima, così come l’impegno a garantire il completamento dell’opera in tempi celeri. Il lago di Piediluco e il suo borgo si trovano a poca distanza dalla Cascata delle Marmore, sull’itinerario Via di Francesco e nei pressi delle Strade del Vino e dell’Olio dell’Umbria, e rappresentano una meta ambita da turisti italiani e stranieri su cui dobbiamo puntare e investire. La realizzazione dello svincolo di Piediluco rappresenta un presupposto imprescindibile per lo sviluppo turistico ed economico dell’area del lago e di tutto il ternano perché, facilitando gli spostamenti dal Lazio sia dei turisti italiani che di quelli stranieri, renderebbe possibile un aumento del flusso di visitatori verso questo territorio e potrebbe accelerare la ripartenza del comparto turistico-ricettivo e di tutto il suo indotto.”

La mancata apertura dello svincolo prima dell’estate e della sua piena funzionalità, dopo decenni di attesa e innumerevoli ostacoli – conclude Carissimi – rischierebbero di compromettere irreparabilmente la sopravvivenza di molti paesi che negli ultimi anni sono stati vittime di un quasi totale spopolamento e di pregiudicare la ripresa economica dell’Umbria intera”.

Foto: TerniLife ©

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