La città di San Francesco, Patrono d’Italia, ha fatto da cornice ad un evento organizzato dalla Piccola Industria di Confindustria Umbria, Toscana, Lazio, Marche e Abruzzo.
Il convegno, dal titolo “Il talento della manifattura. Idee e percorsi per lo sviluppo sostenibile delle PMI”, ha visto la partecipazione – in presenza e collegati in streaming – di oltre 150 industriali provenienti da 18 regioni italiane, insieme per ragionare sulla ripresa e sul ruolo strategico della manifattura in Italia, in particolare di quella manifattura diffusa e virtuosa che rappresenta il baricentro geografico ed economico del Paese.
La scelta di Assisi non è stata casuale: la città rappresenta una cerniera simbolica di connessione tra le diverse aree del Paese e tra l’Italia e l’Europa, oltre che la felice metafora del bisogno di percorrere vie nuove, legate a una sostenibilità destinata a diventare un decisivo fattore di successo per le PMI Italiane, e un modo originale per declinarne la straordinaria resilienza.
Il convegno, moderato dal giornalista Marco Frittella e aperto da Padre Enzo Fortunato, Direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, si è snodato tra idee e percorsi per lo sviluppo sostenibile delle PMI.
“Oggi celebriamo il talento della manifattura – ha affermato Diego Mingarelli, Vicepresidente della Piccola Industria Confindustria – e la sua capacità di aprire una finestra sul mondo, di rimanere radicata nel territorio con una visione globale; una manifattura esportatrice con un approccio sartoriale al mercato e basata sull’intelligenza dell’imprenditore e dei suoi collaboratori, sul loro talento e sul supporto di una tecnologia condivisa e umanizzata. Celebriamo anche il nostro Paese, campione europeo di Pmi, con 4 milioni di Pmi (700mila più della Francia, 1 milione più della Spagna e 1,3 più della Germania) e 382.000 Pmi manifatturiere, tante quante la Francia e la Germania messe insieme”.
I cinque Presidenti regionali della Piccola Industria hanno evidenziato i valori, le capacità e le esperienze di quell’Italia di mezzo che è portatrice di un modello basato sull’imprenditorialità diffusa e familiare, su imprese capaci di muoversi e agire in armonia con le comunità e con il territorio, su schemi e paradigmi che integrano coesione sociale e sviluppo.
“Il ruolo delle piccole e medie imprese in Umbria – ha spiegato il Presidente della Piccola Industria Confindustria Umbria, Alessandro Tomassini – è ben definito perché comporta un quotidiano servizio alla società, caratterizzato da un contatto diretto con le persone che collaborano con le nostre imprese. Questa continua ricerca dei valori e l’attenzione alla ecosostenibilità del processo produttivo, si riflette nella qualità e nella cura del prodotto e nella nostra manifattura di pregio, con eccellenze conosciute e apprezzate in tutto il mondo. Il nostro impegno quotidiano si concretizza nel contatto diretto con il territorio, per poter dare un contributo anche allo sviluppo sostenibile della società”.
“L’Umbria – ha sottolineato il Presidente di Confindustria Umbria, Antonio Alunni – è terra di manifattura e patria dell’economia circolare. Confindustria in Umbria rappresenta il 90% del Pil manifatturiero regionale. Un’industria sempre più innovativa e protesa alle nuove sfide deve fondarsi sulle competenze e sull’ambizione di crescere. Dobbiamo quindi fare in modo che le nostre aziende crescano dimensionalmente e conseguentemente crescano nelle competenze, nelle tecnologie, nella valorizzazione delle persone che lavorano nelle nostre industrie. Dobbiamo parlare del futuro con senso positivo. Chi fa il nostro mestiere è un sognatore: sogna aziende leader nel proprio settore e un ambiente in cui i propri collaboratori trovino massima soddisfazione. Sulle risorse umane occorre investire molto e utilizzare tutte le metodologie organizzative per valorizzarle. Dobbiamo essere attori civilmente responsabili e far capire ai nostri collaboratori e alle comunità dei nostri territori, che siamo portatori di un disegno ancora da scrivere, nel quale le comunità sono necessarie e vanno coinvolte con atti concreti”.
Particolarmente apprezzato l’intervento del Professor Stefano Zamagni, economista e Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, che ha sottolineato la responsabilità civile delle imprese e il ruolo fondamentale degli imprenditori nel far emergere le competenze, la conoscenza, l’innovazione e ha concluso ricordando le parole di Papa Francesco “quella dell’imprenditore è una nobile vocazione”.
A Carlo Robiglio, Presidente della Piccola Industria Confindustria, il compito di tirare le conclusioni di una giornata intensa e ricca di stimoli. “Rivendico con orgoglio – ha affermato il Presidente Robiglio – il ruolo e l’impegno di Confindustria sul tema della cultura d’impresa intesa nella sua accezione più ampia di attenzione alla crescita, ai territori e alle persone. Quindi formazione, competenze e sostenibilità. Gli ITS oggi rappresentano la sublimazione del concetto di competenze professionali. Il ponte per mettere in rete le imprese con la conoscenza, e perciò vanno sostenuti e rinforzati. Parliamo di cultura d’impresa quando rifiutiamo il concetto di passaggio generazionale e ci concentriamo sulla continuità aziendale. Quando discutiamo poi di crescita non ci riferiamo solo a quella dimensionale, ma a quella di competenze, managerialità, innovazione e governance. I territori sono la nostra culla e la nostra grande forza. Per questo è giusto essere sostenibili, sotto il profilo economico, sociale e ambientale. La sostenibilità è un elemento fondamentale per la continuità e la crescita delle imprese. Per questo dobbiamo imparare a raccontare meglio le nostre aziende, c’è molta strada da fare per far comprendere le imprese e il ruolo che svolgono per il Paese”.
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