L’ambiente dell’acciaieria fa bene alle api. La “colonia” inserita pochi mesi fa nello stabilimento di Acciai Speciali Terni si è moltiplicata. «Nonostante un’annata avversa per l’apicultura, a causa dei ritorni di freddo nei primi di aprile, le colonie presenti nell’acciaieria continuano a vivere e ad accrescere», spiega Tiziano Gardi, docente di apicultura all’Università di Perugia ed esperto del Ministero delle politiche agricole.
L’installazione di venti arnie con 500 mila api “sentinella”, è un esperimento che non ha precedenti nella storia della siderurgia italiana, con un obiettivo fondamentale: valorizzare il ruolo delle api come bioindicatori dell’inquinamento atmosferico.
Le api sono state scelte perché fondamentali per l’ambiente. Del resto, come sostenne Albert Einstein, «quando spariranno le api all’umanità non resteranno che quattro anni di vita». Questi piccoli insetti, infatti, sono responsabili dell’impollinazione di almeno 95 specie di frutta e verdura e contribuiscono in modo determinante a molte altre varietà. Quindi, di fatto, è da loro che deriva la riproduzione del mondo vegetale e questo ci permette, per esempio, di respirare, visto l’enorme contributo al ricambio di ossigeno che deriva dalla fotosintesi clorofilliana delle piante. Teniamo conto che l’uomo inala l’ossigeno presente nell’aria durante l’inspirazione e rilascia anidride carbonica nell’aria durante l’espirazione. L’aria inspirata contiene il 21% di ossigeno e lo 0,035% di anidride carbonica, mentre quella espirata, invece, contiene solo il 16% di ossigeno, ma già il 4% di anidride carbonica.
Con l’impollinazione le api svolgono anche una funzione strategica per la conservazione della flora, contribuendo al miglioramento e al mantenimento della biodiversità. Nel loro vagare di fiore in fiore, le api (come altri insetti) contribuiscono al trasporto del polline che trattengono sulla peluria e sulle zampe. Si ritiene che in questo modo siano responsabili del 70 % circa delle impollinazioni di tutte le specie vegetali presenti sul pianeta, dando così un contributo incredibile alla biodiversità.
Poiché molte varietà di piante sono importanti per l’alimentazione umana, possiamo stimare che le api permettano fino al 35 % della produzione di cibo mondiale. Basta pensare che, su 100 tipi di coltura dai quali dipende il 90 % della produzione, ben 71 sono legate all’azione impollinatrice delle api.
Una diminuzione delle api può quindi rappresentare un’importante minaccia per gli ecosistemi naturali in cui esse vivono. Gli impollinatori svolgono in natura un ruolo vitale come servizio di regolazione dell’ecosistema. Si stima che l’87,5% (circa 308.000 specie) delle piante selvatiche in fiore del mondo dipendano, almeno in parte, dall’impollinazione animale per la riproduzione sessuale, e questo varia dal 94% nelle comunità vegetali tropicali al 78% in quelle delle zone temperate (IPBES, 2017). È stato dimostrato che il 70% delle 115 colture agrarie di rilevanza mondiale beneficiano dell’impollinazione animale. In Europa la produzione di circa l’80% delle 264 specie coltivate dipende dall’attività degli insetti impollinatori. Un patrimonio inestimabile da cui deriva, almeno in parte, l’innalzamento della nostra età media.
«Con l’esperimento avviato in una grande azienda siderurgica, come l’AST di Terni – commenta l’amministratore delegato Massimiliano Burelli – è stato certificato che il rispetto dell’ambiente, la tutela della salute dei lavoratori e un alto livello di competitività, non solo possono coincidere, ma sono l’unica chiave possibile per traghettare la produzione di acciaio nei decenni a venire».
Acciai Speciali Terni è leader europeo nella produzione di acciaio inossidabile, occupa direttamente 2.400 persone per una produzione annua di un milione di tonnellate di acciaio inox.
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