Il progetto del nuovo ospedale di Terni presentato alla presidente Tesei e all’assessore Coletto è politicamente insostenibile. Totale assenza di trasparenza e chiarezza, un vedo e non vedo che lascia intendere l’ennesima formula di project financing in cui il rischio d’impresa è totalmente sulla pelle del cittadino ed i profitti nelle tasche del privato. Dal “global service” delle cooperative al “monopolio service”, trasformando il Santa Maria nel primo ospedale privatizzato della regione. In merito a mensa, pulizie, manutenzione, gestione dei parcheggi multipiano, appalti e subappalti saranno affidati in base a procedure ad evidenza pubblica oppure a trattativa privata degli investitori? In tutto il territorio umbro sono stati costruiti nuovi ospedali quasi contemporaneamente con risorse regionali ed imponenti investimenti pubblici: Silvestrini, Branca, Pantalla, Castello, Foligno. Nessuno si è mai sognato di mettere in dialettica questi progetti, contrapponendo l’uno all’altro. Oggi, che è il turno di Terni, si tirano fuori formule a dir poco ambigue e che non danno certezza.
Destano molte perplessità i costi dichiarati per una struttura di alta specialità con le caratteristiche e le dotazioni descritte. Il progetto si basa infatti su risorse che non sono all’interno del Pnrr. Niente del Recovery Fund arriverà a Terni, questo è l’elemento di partenza su cui riflettere. Questo progetto è la prova dell’inconsistenza del documento presentato dalla governatrice Tesei che senza confronto con le parti sociali, politiche e imprenditoriali della regione, ha assunto su di sè tutta la responsabilità di una partita che per l’Umbria significa oltre tre miliardi di euro. Adesso chiudete gli occhi e immaginate cosa sarebbe potuto accadere se al posto di Tesei-Latini ci fossero stati Marini-Di Girolamo a fare questa proposta in queste modalità. Parafrasando lo scrittore Jeff Sparrow, l’unico dato certo è che tutto ciò che di nefasto temevamo potesse accadere con la precedente gestione, sta diventando realtà con la Lega.
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