Nota del pentastellato Thomas De Luca.
Favorire l’accesso alla terra agli agricoltori e allevatori umbri, ostacolando fenomeni di land-grabbing e accaparramento delle terre. Questo l’impegno che sto portando avanti in maniera concreta come presidente del Comitato per la valutazione e il controllo per sostenere la sburocratizzazione della filiera agricola ed il suo sostegno economico. Per questo ho presentato una relazione in cui, in maniera condivisa, si è deciso di superare le tante criticità che gli addetti al settore agricolo e zootecnico stanno vivendo sulla loro pelle. Innanzitutto si rende necessaria una revisione dei canoni tabellari stabiliti dalla giunta regionale per la concessione e l’affitto di terreni. Un impegno specifico per favorire e promuovere la partecipazione ai bandi del Banco della Terra per l’assegnazione dei terreni e degli immobili, sostenendo il paradigma “Farm to fork” attraverso l’aggregazione di filiera tra le imprese e attraverso la collaborazione con le associazioni di categoria, al fine di tutelare il nostro territorio dall’impoverimento e dalla mancata valorizzazione dei terreni. Per questo è doveroso incentivare i comuni ad inserire il proprio patrimonio agro-silvo-pastorale nell’elenco dei terreni del Banco della Terra, attraverso una vera gestione condivisa del patrimonio, mettendo a disposizione strumenti e risorse tecniche e umane. Un altro impegno condiviso è arrivato sul principio di sostenere e concretamente lo start-up aziendale attraverso il ruolo di Gepafin nell’accesso al credito previsto dalle disposizioni di legge mai attuate. Infine, c’è un altro aspetto molto importante su cui ci siamo pronunciati. La giunta deve approvare e mettere in atto il regolamento per la vendita diretta dei piccoli quantitativi di prodotti agricoli e quello dei requisiti igienico-sanitari relativi alla trasformazione ed alla lavorazione, rispetto a quanto previsto dai regolamenti CE. Chi lavora in questo settore durissimo sette giorni su sette, dalla sera alla mattina, non può continuamente perdere tempo dietro a mille adempimenti burocratici scontrandosi con norme fatte su misura per le grandi multinazionali del nord. Usare i pascoli ed i terreni dei luoghi dove si è nati e cresciuti è un diritto e non può diventare un privilegio.
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