Terni si candida a diventare un centro di produzione di idrogeno, facente parte del progetto europeo H2Valley, “ma anche in questo caso la questione è stata presentata con la stessa modalità della pentola d’oro. Riteniamo invece che cittadini, stampa, società civile, abbiano diritto ad essere al corrente dello stato reale delle cose, siano cioè in grado di produrre un pensiero autonomo capace di leggere tra le righe delle favole. Perché il tema della transizione energetica e del passaggio a produzioni sempre meno impattanti, rappresenta per Terni una necessità inderogabile”.
Queste le parole del Comitato No Inceneritore che insieme a Elena Gerebizza e Filippo Taglieri dell’associazione Re:common organizzano una giornata per presentare il report “La montatura dell’idrogeno”. Lunedì 15 marzo alle 18 in diretta Facebook sulla pagina “Comitato No Inceneritori Terni”.
“L’idrogeno – continua il Comitato No Inc – viene presentato come il perno della chiamata transizione energetica. A zero emissioni, pulito, green, utilizzabile ovunque. Questa presentazione ci ha fatto pensare alla favola della pentola d’oro che si troverebbe lì dove finisce l’arcobaleno, lì cioè dove arriva l’intricata maglia delle reti di gasdotti che oggi trasportano metano. Perchè se oggi si parla idrogeno, in realtà si dovrebbe parlare di gas.Il rischio cioè è che si perda il treno dell’idrogeno, in particolare quello prodotto con energia da fonti rinnovabili, che non va visto però come l’asse portante della Transizione Energetica, ma come una delle soluzioni. Non è cioè la pentola d’oro!
Vedremo, infatti, come la questione sia assai più complessa e incerta di come viene presentata. L’idrogeno deve essere prodotto, sembra una ovvietà, ma già in questo primo passaggio ci accorgeremo di come già ora, ci si annidino tantissime rilevanti contraddizioni. Dovrà poi, una volta prodotto, essere trasportato e stoccato. E anche in queste due fasi, vedremo, non è ancora di fatto scritto nulla di concreto. Inoltre non si capisce davvero in che termini tale transizione dovrà avvenire senza trasformare l’attuale processo di produzione concentrato in grandi centrali e senza programmare ad esempio, lo sviluppo capillare dell’autoconsumo con accumulo. E come vedremo anche su questo tema, i grandi del settore, si stanno scornando.
Insomma, per capirci qualcosa, è fondamentale analizzare quali siano i soggetti in campo e quali i loro reali interessi, piani industriali, proiezioni”.
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