Un viaggio in Europa alla ricerca delle tradizioni che, insieme, costituiscono una comune eredità popolare. Un viaggio che parte dall’Umbria e da Terni e prosegue in altre 14 località europee, dalla Svezia al Portogallo, dall’Austria alla Grecia, per indagare le feste del maggio e i lori riti, spesso molto simili, da un capo all’altro del nostro continente.
È quanto si propone il sito web www.maius.eu, realizzato a cura del Centro Europe Direct del Comune di Terni in collaborazione con Pars Film e con il cofinanziamento della Commissione Europea. Alla realizzazione del sito web hanno partecipato anche Bct e l’Ente Cantamaggio Ternano.
“Il punto di partenza – spiega il Centro Europe Direct – è il riferimento alla Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società, firmata nella località portoghese di Faro il 27 ottobre 2005 e ratificata dall’Italia nel settembre 2020. Una convenzione che promuove un nuovo approccio alla nozione di patrimonio culturale, fornendo la cornice normativa ideale per ricomprendervi anche le tradizioni e le usanze locali, come i rituali del maggio e la loro conseguente valorizzazione”.
“La Convenzione di Faro si fa così portatrice di un’idea di patrimonio culturale strettamente connesso con le comunità che lo hanno prodotto, come l’insieme delle risorse ereditate dal passato, riflesso di valori e credenze, conoscenze e tradizioni (articolo 1); oggetti e luoghi acquistano importanza in ragione dei significati e degli usi loro attribuiti sul piano culturale e valoriale. Da qui la centralità del ruolo attivo delle popolazioni nell’accrescimento della consapevolezza del valore del patrimonio culturale e del suo contributo al benessere e alla qualità della vita e l’invito agli Stati a promuovere un processo di valorizzazione partecipativo”.
Con questi intenti e considerando che una delle tradizioni più radicate in Umbria è proprio quella della festa del maggio, il sito www.maius.eu offre una serie di contributi video e interviste su quindici diverse località europee e sulle tradizioni locali legate al ritorno della bella stagione, con particolare riferimento ai culti arborei. Come logo è stato così scelto un albero, “il principale simbolo delle feste del maggio, ma anche del rapporto con la natura come ponte che dal passato ci proietta nell’unica idea possibile di futuro”.
“Con questa originale iniziativa – dice l’assessore alle politiche europee Elena Proietti – continua l’attività del nostro Centro Europe Direct con l’obiettivo di contribuire a costruire una comune identità europea soprattutto a lvello culturale e partendo dalle identità delle singole comunità che la compongono. Questo lavoro potrà essere anche una base da sviluppare per futuri progetti di partenariato europeo che coinvolgano il territorio di Terni e dell’Umbria”.
Tra le interviste realizzate e che possono essere visualizzate in www.maius.eu, quella a Marco Baccarelli che si occupa della ricerca, studio e riproposta della musica di tradizione orale in Umbria, collaborando con il CEDRAV (Centro regionale di Documentazione e Ricerca Antropologica della Valnerina e dorsale appenninica umbra) e curando il progetto Umbria Tradizioni in Cammino.
“L’Umbria – dice Marco Baccarelli – è il posto giusto da cui partire per una ricognizione delle feste di maggio”. La regione ha infatti mantenuto una grande varietà di tradizioni e rituali. Tutti con proprie specificità e, ad un tempo, tutti accomunati dall’intento di celebrare l’arrivo della primavera con forme di rappresentazione che rimandano ad altre feste italiane ed europee. Seguendo questo ideale viaggio tra città e borghi dell’Umbria, diventa evidente come il vero protagonista di questo racconto sia soprattutto “lo spirito delle comunità che fanno festa”.
Nel sito interviene anche Mario Polia, storico delle religioni, già docente all’Università Gregoriana di Roma e all’Università di Lima in Perù, antropologo con esperienze sul campo dall’America all’Africa, dall’Asia alla Valnerina e all’altopiano di Leonessa. “L’Europa – dice il professor Polia in un’intervista – era unita ben prima che la unissero”. “Dovunque il maggio, l’inizio della bella stagione, il risveglio della natura, venivano celebrati quasi con gli stessi riti che seguono e sacralizzano la ciclicità del tempo. Riti e usanze delle quali è rimasta un’ampia eco anche nel folklore contemporaneo”. “La festa del Maggio – dice Polia – non è una nostra invenzione, ma una tradizione che ereditiamo e che può essere aggiornata e modernizzata, ma dobbiamo sempre essere consapevoli che noi oggi siamo i custodi della sua origine”.
Ecco il primo elenco delle feste europee del maggio che possono essere conosciute tramite il sito www.maius.eu, cliccando su una mappa interattiva, con testi e video.
“Si tratta – spiegano i realizzatori del progetto – di un elenco che potrà essere implementato, considerando che ci sono moltissime altre località europee che festeggiano il maggio con modalità simili”..
Terni, Cantamaggio – Umbria, Italia
Preci, Piantamaggio – Umbria, Italia
Accettura, Il matrimonio degli alberi – Basilicata, Italia
Montagna pistoiese, Cantar Maggio – Toscana, Italia
Padstow, Obby Oss – Cornovaglia, Gran Bretagna
Locronan, L’arbre de mai – Bretagna, Francia
Sarvar, Gli alberi del Maggio – Ungheria
Texel, L’isola dei falò – Olanda
Vilagarcia, Mayos – Galizia, Spagna
Psinthos, Le ghirlande di maggio – Rodi, Grecia
Hanušovice, Alberi e streghe – Repubblica Ceca
Olhao, le bambole del Maggio – Algarve, Portogallo
Leksand, Valburg e Midsonnar – Svezia
Berchtesgaden, il Maibaum – Baviera,Germania
Mariazell, il Maibaum – Alta Stiria, Austria
Il sito www.maius.eu e la ricerca che ne è alla base nascono per iniziativa del Centro Europe Direct Terni, con il cofinanziamento della Commissione Europea e a seguito di altre attività già realizzate sullo stesso tema.
In particolare una mostra sul folklore europeo legato alla primavera, la partecipazione al Cantamaggio ternano nel 2018 e un evento realizzato nel 2019 per la presentazione di una pubblicazione sul Maggio d’Europa.
Foto: Comune Terni ©