“Le strutture della parte del Sud dell’Umbria sono le più vecchie della regione. È necessario quindi potenziare il nosocomio di Orvieto, ridefinendo ruolo e funzione; realizzare il nuovo complesso ospedaliero di Narni e Amelia, considerando la necessità di prevedere un congruo numero di posti letto per la riabilitazione, e adeguare l’azienda ospedaliera di Terni, la cui organizzazione degli spazi è stata pensata negli anni ’30 e realizzata negli anni ’60 e non è adatta alle nuove esigenze e complessità assistenziali”. Ad affermarlo è il direttivo della Cgil di Terni che oggi, 26 gennaio 2021, ha approvato un ordine del giorno sull’emergenza sanitaria.
Sanità, Cgil Terni: “L’Umbria del sud ha bisogno di investimenti”
“La drammatica esperienza che stiamo vivendo ha dimostrato l’importanza vitale del servizio sanitario nazionale pubblico ed universale – afferma il sindacato – cosi come ha messo in luce tutte le sue debolezze figlie dei tagli indiscriminati di risorse economiche perpetrate da tutti i Governi che negli ultimi anni si sono succeduti alla guida del paese”. Per la Cgil l’Umbria ha retto l’urto grazie all’impegno e al sacrificio del personale sanitario e di quello di aziende e cooperative, ma ora non è più rinviabile il varo di “un piano sanitario regionale che riaffermi con forza il ruolo del servizio pubblico e fornisca strumenti normativi chiari ed inequivocabili che consentano l‘integrazione tra azienda ospedaliera, territorio e ospedali comprensoriali, non più basato su convenzioni tra Aziende che non producono i risultati attesi”.
“Così come – insiste la Cgil – nel piano sanitario regionale va dato avvio al piano delle demenze e delle cronicità, con riferimento a specifici progetti per: anziani, non autosufficienti, salute mentale, dipendenze, consultori familiari, medicina scolastica e carceri. Non è più rinviabile la riduzione delle liste d’attesa (che inevitabilmente favoriscono il privato) e una corretta presa in carico dei malati cronici, con il potenziamento dell’assistenza domiciliare. Va inoltre riaffermata – prosegue il sindacato – la vocazione specialistica dell’azienda ospedaliera, non unificata con quella di Perugia, favorendo un rapporto sinergico e strutturale con l’Università. È necessario, infine, portare a compimento le “Case della Salute” progetto non più rinviabile e sempre disatteso”.
In ultimo, non certo per importanza, per la Cgil di Terni vanno adeguati i livelli occupazionali per medici, biologi di laboratorio e psicologi (anche in funzione degli esiti e delle complicanze psicologiche derivanti dalla pandemia), personale infermieristico e della riabilitazione, operatori socio sanitari e personale amministrativo”.
Foto: TerniLife ©