“Nella seduta di ieri (25 gennaio) del Consiglio comunale di Terni, è stata certificata ufficialmente la fine della Fondazione Cellule Staminali, nata il 13 Febbraio del 2006. Nostro malgrado abbiamo dovuto constatare lo scioglimento della Fondazione, una decisione amara, ma inevitabile vista la mancanza di fondi e di investitori, che negli anni hanno man mano lasciato solo il Comune di Terni”.
Questa la nota con cui il consigliere comunale della Lega, Mirko Presciuttini, insieme al Gruppo della Lega Terni, commenta lo scioglimento della Fondazione Cellule Staminali.
“Ringraziamo comunque la Fondazione Carit di Terni, che fino alla fine, non ha mai fatto mancare il suo prezioso contributo.
La Fondazione Cellule Staminali aveva come scopo la promozione ed il sostegno allo sviluppo e alla diffusione della ricerca nel campo medico, biologico e biotecnologico con particolare riferimento alla ricerca nel settore della bioingegneria, ingegneria, ingegneria dei tessuti, cellule staminali e della medicina riparativa, mission che progressivamente è venuta meno.
Anche le grandi case farmaceutiche hanno diminuito l’interesse verso la ricerca sulle cellule staminali, diminuendo gradualmente gli investimenti.
Non investono in questo settore, perché non hanno i ritorni economici sperati.
La ricerca sulle staminali sta diventando un business, ed è scandaloso lucrare in questo modo sulle speranze dei malati. Sono molti, i pazienti che purtroppo durante una sperimentazione (trial clinici), si trovano costretti ad interromperla per mancanza di risorse o per risultati carenti.
A malincuore, chiudiamo un capitolo importante per quanto riguarda la ricerca a Terni, ma siamo fiduciosi per il futuro ed intravediamo una luce.
Siamo a conoscenza infatti di investitori, che potrebbero gettare le basi per un progetto serio e concreto, coordinato dal dottor Angelo Vescovi con la Fondazione Aiutamoli a Vivere, il tutto sperando anche nella collaborazione fattiva dell’azienda ospedaliera di Terni, da cui non si può prescindere. Le staminali sono il futuro della medicina alternativa e non possiamo permetterci il lusso di perdere tempo. La nostra visione va in questa direzione e dobbiamo accogliere chi propone un progetto serio rivolto ad uno studio che veda il coinvolgimento di più parti”.
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