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Terni: obelisco “Lancia di luce” di Arnaldo Pomodoro, l’autore boccia l’illuminazione di Natale

(dal Corriere dell’Umbria) Le stelline e il “clima natalizio” proiettati sull’obelisco alla fine di corso del Popolo, monumento simbolo di Terni, incassano la sonora bocciatura dell’autore dell’opera, il Maestro Arnaldo Pomodoro, considerando tra l’altro che proprio in questo mese di dicembre 2020 si celebra il 25esimo anniversario dall’inaugurazione del monumento, datata 1995.

La luce  deve lambire i segni della scultura, esaltarne i rilievi e le fratture interne, creando il movimento delle forme, senza però far sentire la sua presenza, come fosse un tutt’uno con l’opera stessa – sono le parole che Arnaldo Pomodoro affida al Corriere dell’Umbria -.  Gli effetti spettacolari, realizzati per l’occasione natalizia, non rispettano e snaturano la mia opera: mi auguro pertanto che l’illuminazione originaria possa essere al più presto ripristinata”.

Pomodoro apre il libro dei ricordi e torna a 25 anni fa, quando fu contattato per realizzare un monumento celebrativo dei 100 anni dell’acciaieria. “Quando ricevetti l’incarico dalla Società Terni di realizzare un’opera per ricordare il centenario delle Acciaierie per cui Terni è famosa nel mondo – ricorda il Maestro – pensai subito a una scultura che esprimesse il difficile lavoro della fonderia e celebrasse la fatica e l’impegno di tanti lavoratori. Ho avuto l’idea leggera e assoluta di questo elemento monumentale, con sezione triangolare come l’obelisco, puntato verso l’alto, dopo aver visitato le acciaierie e studiato il lavoro che vi si svolge. Nella scultura si può leggere, dunque, la storia industriale dal trattamento del ferro coi suoi detriti, alla fusione dell’acciaio e alle operazioni sul materiale incandescente. Ciò rappresenta anche la storia dell’invenzione umana e i suoi simboli di ricerca. Così è nata ‘Lancia di luce’, dopo un lungo e complesso processo di lavorazione: dalla realizzazione del bozzetto alla costruzione del modello al vero, alla fusione, fino al montaggio e all’installazione nel crocevia dell’antica via consolare romana, dove la scultura acquisisce anche la valenza di moderno segnale dalla via o dal cielo, con richiamo di luce”.

Pomodoro, che ha opere esposte in ogni parte del mondo, è rimasto legato all’obelisco di Terni: “Oggi, dopo venticinque anni – prosegue – posso senza dubbio dire che questa collocazione, tra alberi e case, nella vita ternana di ogni giorno, è perfetta: ‘Lancia di luce’ è diventata un punto di riferimento per la città, patrimonio di tutti, e ognuno ha la possibilità di vedervi ciò che crede e darne una propria diversa interpretazione”.

E che Pomodoro sia sempre stato molto attento e attaccato ai colori e ai riflessi di luce, lo testimonia un “retroscena”  proprio sull’obelisco di Terni che rivela l’assessore regionale Enrico Melasecche, all’epoca esponente della giunta Ciaurro. “In realtà – spiega – l’opera come la vediamo adesso non è come sarebbe dovuta essere in base al progetto originario perché il secondo livello, che sarebbe dovuto essere tutto in acciaio inox, in fabbrica venne male durante la saldatura, provocando un cambiamento del colore. Quel colore dunque non era nella volontà dell’artista. Pomodoro si arrabbiò molto tanto che non voleva più fare il monumento. Ero disperato. Lo portai a ristorante a mangiare le ciriole. Alla fine lo convinsi a far dipingere come fosse acciaio corten anche la parte mediana e salvammo la situazione”.

Foto: Principi ©

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