“L’impatto delle restrizioni sull’economia del nostro territorio è già gravissimo e sarà ancora più devastante a breve con l’inevitabile esaurirsi degli interventi di sostegno all’occupazione. Aiutare davvero le imprese oggi significa limitare le restrizioni solo a quanto è assolutamente indispensabile e verificare che ogni euro investito nel rilancio del tessuto economico sia realmente efficace”.
E’ con questo spirito che Confartigianato Umbria ha immediatamente richiesto la revoca della restrizione di ogni forma di commercio in Umbria che la Presidente Tesei ha imposto per domenica 6 dicembre con il rinnovo dell’ordinanza, giudicando l’atto tanto grave quanto ingiustificato rispetto alla situazione reale. Ci fa piacere riscontrare che anche altre Associazioni si siano successivamente unite alla nostra richiesta perché è un risultato che dobbiamo assolutamente conseguire per scongiurare ulteriori danni inutili alle imprese.
“Ed è sempre con questo spirito- continua la nota – che sollecitiamo la massima attenzione negli indispensabili investimenti di rilancio dell’economia. In questo quadro è certamente positivo che l’Umbria abbia raggiunto un accordo con la RAI per la promozione del territorio regionale tramite le trasmissioni del capodanno 2021 e del capodanno 2022.
Iniziative di questo genere sono investimenti che valgono molto e, se ben utilizzate, possono dare un contributo di estrema importanza alla promozione delle attrattive del territorio presso il grande pubblico, sia attivando flussi di visitatori in occasione dell’evento stesso, che creando o rafforzando la notorietà del territorio come possibile meta turistica.
Ci sarebbe un gran bisogno di flussi di visitatori immediati per salvare le imprese locali dalla crisi, ma la prima edizione, quella ormai prossima del 2021, che secondo l’accordo in via di conclusione si svolgerebbe a Terni sarebbe inevitabilmente più problematica rispetto a quella del 2022, in quanto a causa della pandemia questa edizione non potrà giovarsi dei flussi immediati per le norme attuali che impediscono gli affollamenti e dovrebbe scontare anche parecchie difficoltà organizzative.
A maggior ragione l’ingente investimento nella comunicazione, se confermato per quest’anno a Terni, dovrebbe essere estremamente efficace nel costruire futuri flussi turistici. Per questo riteniamo che occorra porre estrema attenzione nell’assicurare che l’evento televisivo sia pianificato per promuovere compiutamente le attrattive turistiche della città di Terni, se non vogliamo trasformarlo nella ennesima occasione sprecata.
Purtroppo, ancora una volta Regione Umbria e Comune di Terni hanno lanciato una iniziativa rilevante per il tessuto economico in solitudine e in assenza di concertazione, e questo è particolarmente increscioso.
L’evento naturalmente ha un target generalista di lingua italiana, cioè è rivolto al grande pubblico italiano e non è un caso che sia particolarmente difficile coinvolgere sponsor locali nell’investimento perché non disponiamo sul territorio di grandi imprese che hanno il medesimo target dell’evento. A Terni, infatti, non ci sono imprese industriali che vendono prodotti per il grande pubblico tramite brand nazionali.
Riteniamo sia corretto e condivisibile promuovere anche le produzioni siderurgiche, che sono tanta parte dell’economia regionale e orgoglio della nostra città, ma certamente un evento del genere non può essere particolarmente utile alla strategia comunicativa aziendale delle acciaierie, perché troppo generalista, né le stesse che sono un centro di grande interesse economico nazionale, possono essere considerate, almeno in via principale, una attrattiva turistica.
Pertanto, soprattutto perché per mettere a frutto l’evento in periodo di Covid non possiamo che puntare sui futuri flussi turistici, sarebbe stato più utile al territorio promuovere non il luogo fisico delle acciaierie bensì il livello tecnologico delle produzioni e il valore delle maestranze. Per fare questo sarebbero stati sufficienti opportuni collegamenti e filmati, mentre lo scenario fisico dell’evento avrebbe potuto essere una attrazione turistica di livello nazionale ed europeo, quale è la cascata delle Marmore, che ha bisogno di essere promossa proprio presso il grande pubblico italiano, perché ha il medesimo target dell’evento.
Essendo stata negata la concertazione, naturalmente possiamo valutare solo le scarne e parziali informazioni che filtrano sull’evento organizzato da Regione e Comune, e certamente ci aspettiamo che sia stata prevista all’interno dell’evento una forma di promozione delle principali attrazioni turistiche del territorio, però in ogni caso ben diversa sarebbe stata l’efficacia dell’investimento in comunicazione se la location dell’evento fosse stata la Cascata e quindi l’evento avesse promosso in modo continuo per tutta la sua durata la nostra principale attrattiva turistica e all’interno dello stesso fossero inserite occasioni di promozione delle acciaierie, piuttosto che il contrario che sembra esser stato deciso, in solitudine, da Regione e Comune”.
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