“Ripristinare il tracciamento, potenziare l’organico delle aziende con patti di collaborazione tra gli enti, tamponi agli asintomatici e chiarezza sui test nei laboratori privati”.
A chiederlo è il capogruppo in consiglio regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca, alla luce degli ultimi dati sulla situazione epidemiologica in Umbria e dopo la marcia indietro dell’assessore Coletto che ha annunciato la correzione della delibera di giunta del 25 novembre.
2Con meno di 200 casi registrati nelle ultime 24 ore – si legge nella nota – è necessario riprendere il tracciamento e fare tamponi agli asintomatici soprattutto perchè nei prossimi giorni la nostra regione potrebbe tornare ad essere zona gialla. Gli sforzi che stanno facendo i cittadini osservando restrizioni e misure di distanziamento cominciano ad avere effetto, ma non possono essere vanificati.
Per questo torniamo a chiedere alla Regione, come già fatto nei giorni scorsi senza essere ascoltati, di sostenere la collaborazione con gli enti locali che possono offrire il loro contributo in materia di tracciamento dei contatti diretti delle persone positive. Uno dei maggiori problemi che ha fatto saltare il tracciamento è stata la carenza di personale. In questo senso va rafforzata la collaborazione amministrativa attraverso la formalizzazione di accordi tra enti per sostenere una più efficace azione di contenimento del contagio. Il protocollo d’intesa tra il comune di Panicale e il distretto sanitario del Trasimeno rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione che auspichiamo la Regione Umbria possa promuovere anche in altre realtà del territorio. Per quanto riguarda l’obbligo di effettuare il test molecolare nello stesso studio privato dove è stato svolto il test rapido risultato positivo, nella stessa seduta e a spese dei cittadini, prendiamo atto della marcia indietro dell’assessore Coletto che ha anticipato la prossima correzione della delibera di giunta del 25 novembre. Una decisione che altrimenti sarebbe fortemente discriminatoria nei confronti delle fasce più vulnerabili della popolazione e potrebbe inoltre generare un potente disincentivo all’effettuazione del test sierologico, rendendo ancor più inefficace il sistema di tracciamento necessario per contenere la diffusione della pandemia”.
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