Lega e Fratelli d’Italia preferiscono il restauro di Palazzo Donini all’adeguamento strutturale dell’ex Milizia di Terni e dell’ex ospedale di Monteluce a Perugia. E’ stato infatti respinto dalla maggioranza l’emendamento proposto dalle minoranze per l’assestamento di bilancio che avrebbe spostato i 600.000 euro per il restauro della facciata di Palazzo Donini in favore dei pochi lavori di adeguamento necessari per mettere a posto le due strutture, peraltro già in gran parte funzionanti e sin da subito disponibili. In questo modo i pazienti umbri Covid avrebbero potuto essere curati all’interno di quattro mura e un tetto anzichè in freddi tendoni oppure nel Covid Hospital di Bertolaso a Civitanova Marche. Piccoli lavori che avrebbero permesso di affrontare la diffusione della pandemia, nonché prevedibili nuove ondate, attraverso una riorganizzazione dell’assistenza finalizzata al potenziamento dei processi di erogazione delle prestazioni sanitarie. L’emendamento era stato presentato dopo opportuni sopralluoghi e un approfondito lavoro con le strutture tecniche con le quali avevamo individuato anche le coperture del caso. Chi dice che l’ex Milizia di Terni e l’ex ospedale di Monteluce non possono essere utilizzati per ospitare i pazienti Covid semplicemente è disinformato o sta mentendo. Così come chi cerca di dipingerle come cantieri in cui c’è troppo da fare. Strutture in gran parte già allestite con stanze, allacci per l’ossigeno, utenze attive e pagate mensilmente dai cittadini tramite le tasse, gruppi elettrogeni per garantire continuità ai macchinari in caso di blackout. Strutture il cui mancato utilizzo rappresenta un danno alla comunità sia in termini sanitari che erariali. Le scelte messe in campo della Regione Umbria continuano ad andare in direzione diametralmente opposta al principio di inclusione e di diritto alla cura di tutti i pazienti umbri. Soprattutto va in direzione opposta alle dieci proposte che da più di una settimana abbiamo consegnato nelle mani della presidente Tesei come forze di minoranza. Un documento su cui è calato un silenzio tombale. Intanto si persegue nella scelta di portare i pazienti umbri e il nostro personale sanitario a Civitanova Marche, a 150 chilometri dalla nostra regione, o negli ospedali da campo dove le condizioni nelle ore notturne a causa del freddo sono insopportabili. Non si garantisce così l’accesso alle cure ai cittadini.
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