Il Comitato Spoleto in provincia di Terni invia questo appello al sindaco di Spoleto UMBERTO DE AUGUSTINIS e a tutti i componenti del Consiglio comunale che “hanno il potere di decidere – si legge in una nota – su questa importante tematica: l’uscita dallo stato di isolamento politico, amministrativo e infrastrutturale di Spoleto che dura ormai da tantissimi anni, non può che passare verso uno scossone politico-territoriale che potrebbe finalmente far tornare Spoleto protagonista del proprio destino e della propria crescita.
Le nostre ragioni sono note: riteniamo che il passaggio di Spoleto nella provincia ternana possa essere un primo grande passo di cambiamento di prospettive e di alleanze per la nostra città, rivolgendoci verso un territorio con cui condividiamo maggiormente interessi economici, turistici e infrastrutturali, oltre a consolidare un forte legame storico e culturale.
Il passaggio nella provincia ternana porterebbe Spoleto a passare da una anonima quarta città della provincia, alla seconda città della provincia ternana, oltre ad essere la prima per turismo e di fatto capitale culturale di questa nuova grande area che si verrebbe a creare.
Riteniamo che fino ad oggi da Perugia abbiamo preso solo sonori schiaffi: a cosa è convenuto stare sotto la provincia perugina? Quanto a Perugia, a 70 chilometri di distanza, condividono i nostri bisogni e obiettivi strategici per far crescere Spoleto nei prossimi anni? La Provincia, lo ricordiamo, ancora detiene forti competenze in ambito ambientale, paesaggistico, scolastico, stradale e di incentivo all’occupazione: l’unione di intenti su queste tematiche con la provincia di Terni non è che un primo passo di collaborazione verso obiettivi e tematiche ancora più grandi che riguarderanno lo sviluppo dell’area e della regione intera.
Con la provincia ternana condividiamo obiettivi infrastrutturali (il raddoppio e la messa in sicurezza della Flaminia, la 3 Valli per arrivare ad Acquasparta), di trasporti (alta velocità ferroviaria, le vie stradali verso Roma), turistici ed economici (favorire trasporti, turismo, interscambi da e verso e il Lazio), sanitari (già condividiamo le sorti dell’ASL 2), di elezioni nazionali (con la provincia ternana già condividiamo il II Collegio per l’elezione al Senato), di prospettiva interregionale di prossimo futuro dibattito (la famosa macroregione con cui Perugia vuole farci fagocitare dalla Toscana, a quel punto tutto il territorio centro-meridionale umbro sarà non più periferia perugina ma la periferia della periferia).
L’iter è giuridicamente perseguibile nell’arco di 2 anni e prevede: il primo passaggio nell’apposita Commissione comunale, il risultato della commissione viene poi approvato in Consiglio comunale dopodiché si apre una istruttoria parlamentare, contestualmente all’istruttoria parlamentare si chiede il parere della Regione, ma a quel punto nessuna istituzione può dire di no alla ferma volontà di un Comune.
Se il consiglio comunale non trova la quadra con la maggioranza assoluta dei consiglieri, o se i consiglieri vogliono prima sentire il parere dei cittadini, a tutti questi passaggi viene prima data precedenza ad un referendum consultivo cittadino. Nel caso in cui l’iniziativa del referendum consultivo non riesca a partire dal Consiglio comunale, i cittadini da Statuto comunale possono raccogliere le firme per almeno 1/10 del corpo elettorale per far avviare le procedure del referendum consultivo con atto apposito da parte del sindaco.
In questa ultima ipotesi però, sottolineiamo il fatto che Spoleto è uno dei pochissimi comuni umbri rimasti senza stesura del relativo regolamento. Dunque il referendum è previsto dallo Statuto comunale, è obbligatorio secondo la normativa degli enti locali dal 2000, ma ancora oggi manca il relativo regolamento per attuarlo: chiediamo almeno la definitiva stesura del regolamento comunale circa le modalità di espletamento del referendum consultivo per dare finalmente la possibilità ai cittadini di Spoleto per decidere o meno sul passaggio e colmando così una anomalia normativa che ci portiamo dietro da troppo tempo.
Ricordiamo che il referendum consultivo cittadino è lo strumento che la legge mette a disposizione dei cittadini per poter richiedere non solo modifiche all’assetto territoriale del Comune, ma può essere impiegato anche per tante altre tematiche: dunque l’istituzione di questo importante strumento non è fine solo alla causa dell’adesione alla provincia ternana, ma può essere un valido strumento di consultazione dei cittadini per tutte quelle grandi tematiche che incideranno in maniera importante sullo sviluppo di Spoleto. Ridare la parola ai cittadini sul futuro della città non solo è un esercizio importante di democrazia, ma anche una rivincita nei confronti di fattori e personaggi esterni che per troppo tempo hanno inciso negativamente sullo sviluppo di Spoleto”.
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