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Boom! Pubblicità arte e design tra gli anni Sessanta e Settanta al Caos

Boom! Pubblicità e design tra gli anni Sessanta e Settanta è il titolo di una grande mostra incentrata sulla comunicazione visiva figlia del “boom” economico che ha interessato l’Italia tra gli anni Cinquanta e Sessanta.

Il percorso espositivo, composto da oltre 140 pezzi tra manifesti pubblicitari, serigrafie, disegni, elementi di arredo e pezzi di design provenienti da collezioni private, intende riportare il visitatore al cuore di una rivoluzione stilistica, comunicativa e culturale che costituisce la cosiddetta “infanzia felice” della società di massa, individuando al contempo i principali vettori di tale rivoluzione.

Boom! mette in mostra i grandi temi dell’abitare, della mobilità, dell’alimentazione: tre must dell’Italian way of life che con la grande produzione pubblicitaria degli anni Sessanta e Settanta acquisiscono lo status di vettore di cultura popolare italiana.

Gli anni Sessanta – scrive Carlo Branzaglia nel suo contributo al catalogo dell’esposizione – hanno segnato una ridefinizione dell’immaginario Made in Italy. Dopo una prima costituzione che risale al Ventennio, epoca di correnti artistiche ed affascinanti eclettismi, la visione “unitaria” dell’arte e della cultura popolare italiana viene ridefinita dal dopoguerra – con l’avvento effettivo di una
società dei consumi.

È qui che la pubblicità diventa specchio e testimonianza cruciale di quanto avviene in Italia e sul piano artistico e su quello – amabilmente parallelo – dell’evoluzione demografica ed insieme culturale di un popolo che in quegli anni viveva, appunto, la sua “infanzia felice” frutto del miracolo economico.

Olivetti e Armando Testa: la storia dell’advertising italiano Le due sezioni monografiche della mostra sono dedicate ad Olivetti e all’opera di Armando Testa.

Olivetti è l’azienda italiana che forse ha maggiormente legato la propria strategia di impresa alla sperimentazione e all’evoluzione del design.

Il nome di Olivetti diventa, nel 1952, quello della prima azienda al mondo cui il MOMA di New York abbia mai dedicato una mostra “personale”: è qui che il design inizia a configurarsi come la punta di diamante di una politica industriale assolutamente peculiare.
D’altro canto, Armando Testa non è soltanto colui che ha dato il nome alla più importante agenzia di pubblicità a capitale italiano: la sua importanza storica sta nell’aver traghettato la comunicazione visiva commerciale dal cosiddetto “cartellonismo” – che appartiene ancora alla storia del graphic design – verso l’advertising di stampo anglosassone.

Per Carosello ha creato campagne con personaggi comici e storie surreali presto entrati a far parte della storia del costume italiano: dalle scommesse di Nicola Arigliano per il digestivo Antonetto all’ippopotamo Pippo creato nel 1969 e ancora oggi presente nella pubblicità dei pannolini Lines.

Sono di Testa anche i celebri Caballero e Carmencita del caffè Paulista, in mostra al CAOS. Nell’ambito della pubblicità italiana, “Testa può essere considerato il primo “‘visualizzatore globale” dei rapporti tra uomo e mondo, tra produzione e consumo, tra creatività pura e creatività finalizzata a uno scopo” (Dorfles, 1984).

In mostra al CAOS una collezione di opere selezionate che accompagnano il visitatore attraverso i percorsi imprevedibili dell’evoluzione di un linguaggio, quello della pubblicità, che segna un aperto parallelo con l’evoluzione della società italiana degli anni Sessanta e Settanta.
La mostra è curata da Carlo Terrosi con la consulenza scientifica di Carlo Branzaglia, studioso di design grafico e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna.

Boom! Pubblicità arte e design tra gli anni Sessanta e Settanta inaugurerà sabato 31 ottobre alle ore 17.00 e sarà visitabile fino al 30 gennaio 2021 negli orari di apertura del museo. La mostra sarà accompagnata, Domenica 1 Novembre alle 17.00, da una conferenza con Carlo Branzaglia, docente dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (oltre che responsabile scientifico dell’area post graduate di Ied Milano, membro del CdA della Fondazione Compasso d’Oro). Alla conferenza interverranno anche un rappresentante dell’ADI, l’Associazione per il Design Industriale, Carlo Terrosi, presidente della cooperativa Le Macchine Celibi, e Pasquale Fameli, ricercatore del Dipartimento delle Arti dell’università di Bologna.

Foto: TerniLife ©

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