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Scuola, Unione sindacale di base: “Dal Comune nessun investimento sui servizi educativi”

“L’anno scolastico che si è appena avviato ha visto aggiungersi le difficoltà derivanti dalla pandemia alla preoccupazione che ha accompagnato gli ultimi anni, nei quali i Servizi educativi comunali hanno funzionato principalmente grazie alla professionalità e allo spirito di appartenenza del personale educativo, insegnante e ausiliario che vi opera”.

Queste le parole dell’Unione sindacale di base di Terni sul rientro a scuola degli studenti.

“Pur nella innegabile necessità di riaprire i Sec col nuovo anno scolastico, dopo il lockdown, si è ripartiti facendo affidamento ancora una volta sul personale tutto, che si è rimboccato le maniche, non solo in senso virtuale, per riorganizzare le modalità di lavoro e modificare gli spazi e la destinazione d’uso, senza potersi affidare ad indicazioni e procedure, in condizioni di disorientamento e di incertezza.

Nel corso dell’incontro richiesto da Usb Pi di Terni, svoltosi il 29 settembre, con l’assessore alla Scuola, il dirigente, il funzionario e i tecnici della direzione, abbiamo evidenziato le principali criticità dei servizi educativi comunali, che in parte esistevano già e a cui la pandemia ha dato maggiore rilievo, frutto, in estrema sintesi, dei tagli lineari sia sulla spesa del personale educativo/insegnante, sia sulla ristrutturazione e manutenzione, oltre che della progressiva esternalizzazione del personale ausiliario.

Il calendario scolastico, che peraltro si persevera a redigere senza alcuna collaborazione e condivisione con il personale, è stato inviato quando già tutti erano rientrati in servizio nelle proprie sedi.

Neanche la modulistica standard (es. persone delegate a riprendere i minori) è stata fornita, nonostante le reiterate richieste da parte del personale.

Dei protocolli di sicurezza per il contenimento del Covid-19 nei nidi e nelle scuole dell’infanzia, che erano stati perfino sottoposti  alle Ooss per le osservazioni già mesi fa, si sono perse le tracce e il personale, di fatto, ha ricevuto le indicazioni per la riapertura e le procedure da seguire, in forma orale, in maniera frammentaria, a volte contraddittoria e, inevitabilmente, incompleta.

La formazione specifica, peraltro obbligatoria e conditio sine qua non per la riapertura, non è stata fatta e rimandata a data da destinarsi, sostituendola con una semplice “informazione” verbale, senza fornire alcun materiale scritto a cui fare riferimento.

I dispositivo di protezione individuale sono stati forniti in maniera incompleta, solo per l’attività quotidiana, senza prevedere le necessità di dispositivi aggiuntivi specifici per la gestione di eventuali casi con sintomi riconducibili al Covid-19.

Il personale ausiliario, che pure ha visto un incremento importante, è insufficiente, soprattutto in alcune fasce orarie, nelle quali si sovrappongono, per una sola unità, vari compiti da svolgere contemporaneamente (senza volere considerare possibili  “emergenze”), relativi all’accoglienza, alla pulizia/sanificazione, ecc.

In un momento delicato come quello che stiamo attraversando non è stata approntata una procedura per la sostituzione immediata del personale educativo/insegnante assente (per malattia o altro): non è dato sapere cosa accadrà nel caso si verifichi l’assenza di un’insegnante/educatrice del turno di apertura del servizio.

Da non sottovalutare anche l’estrema carenza di personale supplente disponibile per tali sostituzioni: più volte USB ha sollecitato l’indizione di un nuovo bando e, nel frattempo, il ricorso alle Mad.

Le linee-guida nazionali forniscono indicazioni precise di mantenere inalterato, rispetto al passato, il tempo di apertura dei servizi e il numero di posti disponibili, ma è evidente che ciò si può fare solo con un incremento del personale, che sarebbe stato anche abbastanza contenuto, visto il rapporto numerico massimo adulto/bambini stabilito dalla legge regionale umbra. Il 10 settembre è anche arrivata ai Comuni l’autorizzazione a derogare al tetto di spesa per le assunzioni a tempo determinato nelle scuole e nei servizi educativi, ma è una opportunità che l’Amministrazione Comunale non ha voluto prendere in considerazione, una scelta, dunque, che porta ad una contrazione significativa (da 7,45 ore di apertura a 5,40) dell’orario delle scuole dell’infanzia e ad una diminuzione, fino anche ad un 30% circa, dei posti a disposizione nei servizi educativi.

Questi i temi principali oggetto della discussione nell’incontro con l’Amministrazione Comunale, al termine del quale l’unica certezza è la scelta, politica, di non imprimere un’inversione di tendenza rispetto al passato riguardo ai S.E.C., non ci sono investimenti volti a potenziare servizi così importanti per la città. Le sole risorse economiche utilizzate sono state quelle regionali, connesse alla sperimentazione del polo 0-6, peraltro con forte ritardo, soprattutto per quanto attiene alla realizzazione, ancora lontana, dei lavori necessari sia all’interno delle strutture, per la ristrutturazione e l’adattamento alla cosiddetta didattica “a bolle”, sia all’esterno, per consentire un maggiore utilizzo, ludico e didattico, degli spazi all’aperto.

In attesa dei lavori, del protocollo di sicurezza, della formazione specifica, della fornitura completa dei Dpi e del vestiario, della redazione della procedura per la sostituzione immediata del personale educativo e insegnante assente, l’anno scolastico comunque si è avviato, grazie al forte senso di responsabilità del personale tutto, che ha fatto e continua a fare fronte ai limiti istituzionali sopra evidenziati, con l’entusiasmo di ripartire, di accogliere i bambini e le bambine nei luoghi educativi di sempre”.

Foto: TerniLife ©

 

 

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