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Sangemini, sindacati insoddisfatti dopo l’incontro al Mise: prosegue lo stato di agitazione

Si è tenuto, ieri, martedì 6 ottobre l’incontro fra il Mise e le segreterie nazionali e regionali di Flai, Fai e Uila, insieme alla Rsu di Sangemini e ai rappresentanti delle Regioni coinvolte, oltre alla direzione aziendale di Ami.

La direzione ha informato i partecipanti all’incontro di aver richiesto una proroga per la presentazione del concordato per motivi Covid alla metà di dicembre, in particolare ha affermato di avere difficoltà vista l’emergenza a trovare un valido interlocutore per l’investimento. Nonostante ciò l’azienda afferma di voler presentare il piano concordatario in tempi più brevi.

Alle pressanti richieste sia del ministero che dei sindacati sulla presentazione già in data odierna delle linee guida del piano, l’azienda ha risposto che intende mantenere tutti i siti attivi in continuità. Tuttavia, ha anche affermato di voler operare una razionalizzazione di figure che ha definito come “doppie, triple o quadruple”. L’azienda afferma di voler mantenere massima riservatezza sul piano e sugli investitori.

Tutte le segreterie a livello nazionale stigmatizzano l’atteggiamento ormai consolidato dell’azienda, non disposta al dialogo e alla chiarezza con le parti. È stato sottolineato che anche a livello nazionale sono stati richiesti incontri numerose volte a cui l’azienda non ha risposto. Le segreterie hanno voluto rimarcare il momento di forte tensione che vivono i lavoratori e i sindacati sui vari territori. Nella totale incertezza che i lavoratori sopportano da mesi, le situazioni stanno divenendo sempre più difficili da gestire.

FAI FLAI E UILA Umbria hanno partecipato attivamente all’incontro, ricordando innanzitutto la necessità del rispetto del patto sociale del 2018. A fronte delle concessioni regionali, l’occupazione va mantenuta tramite gli investimenti che erano stati stabiliti nel patto. Si sono poi ricordati i sacrifici dei lavoratori stabiliti nell’accordo di cui sopra, che non possono essere vanificati. Si è, inoltre, fatta presente al ministero l’importanza dei marchi storici umbri. La Regione stessa è intervenuta, tramite l’assessore Fioroni, per esprimere vicinanza ai siti, ricordando l’importanza sia dell’accordo del 2018 sia dell’accordo più recente stretto tra Comuni, Regioni e parti sociali. È stato ribadito che il marchio è identitario rispetto al territorio, si è riconosciuta la forte passione e il coinvolgimento dei lavoratori.

Il ministero ha positivamente accolto il suggerimento in merito alla valorizzazione dei marchi storici, affermando che a fronte di un piano industriale credibile metterà a disposizione gli strumenti ministeriali.

Si ribadisce che continuerà lo stato di agitazione e la richiesta di fare una cassa integrazione equa per tutti i siti sarà oggetto di ulteriori iniziative. Le parti interessate lasciano questo incontro con un rinnovato senso di frustrazione e insoddisfazione, data la mancanza di risposte dell’azienda.




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