L’obbligo di messa in regola è imminente e la sanzioni non sono di poco conto. Si va da 206 a 2.064 euro per le società e da 30 a 1.548 euro per le imprese individuali.
Scatta tra 24 ore l’obbligo per tutte le imprese di dotarsi di una Pec, che funzionerà come un vero e proprio “domicilio digitale”, un domicilio senza il quale non si potrà essere regolarmente iscritti al Registro Imprese della Camera di Commercio.
E’ questa la vera novità recente, contenuta nell’articolo 37 del decreto Semplificazioni (Dl 76/2020). Chi vorrà avviare una attività d’impresa e non avrà comunicato il suo “domicilio digitale” (concetto più ampio rispetto alla Pec) al Registro Imprese non potrà iniziare a lavorare. Nessuna comunicazione è dovuta invece da parte delle imprese che hanno già iscritto un indirizzo Pec valido e attivo.
Possedere un indirizzo di posta elettronica certificata, che facilita i rapporti con la Pubblica amministrazione, in realtà era già un obbligo dal 2008 per le società e dal 2012 per le imprese individuali, ma fino ad oggi numerose erano state le aziende inadempienti.
Comunicare il proprio domicilio digitale all’Ente camerale sarà semplice. Infatti il sistema camerale ha sostanzialmente azzerato la burocrazia connessa alla trasmissione del proprio indirizzo di Pec tramite il nuovo servizio semplificato che consente di comunicare la propria Pec al registro delle imprese senza pagare oneri, bolli e diritti. Il servizio è accessibile, via web, con l’utilizzo della firma digitale del legale rappresentante dell’impresa all’indirizzo: ipec-registroimprese.infocamere.it.
“Per le aziende inadempienti procederà comunque d’ufficio la Camera di Commercio ad assegnare un domicilio digitale – spiega il Segretario generale, Giuliana Piandoro – domicilio che sarà reso disponibile all’interno del cassetto digitale dell’imprenditore”.
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