La parrocchia di Santa Maria Assunta della Cattedrale di Terni celebra la festa del Preziosissimo Sangue dal 15 al 20 settembre, dedicata al tema: “Uccidi la droga non la vita. Insieme per sconfiggere il buio”, in ricordo dei due ragazzi Flavio e Gianluca e organizzata in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Terni e assessorato al Welfare, con il contributo della fondazione Carit, della Provincia di Terni e di tanti volontari e sostenitori. Gli appuntamento conclusivi della festa sono in programma sabato 19 settembre alle ore 21:00 con il concerto testimonianza in piazza Duomo con la partecipazione del maestro Francesco Morettini, Lorenzo Rinaldi e altri artisti. Al termine ostensione della Santa Reliquia, preghiera e benedizione di mons. Giuseppe Piemontese, Vescovo di Terni Narni Amelia. Domenica 20 settembre ore 11.30 conclusione della festa con la messa solenne celebrata dal mons. Giuseppe Piemontese. Nel pomeriggio in piazza Duomo il musical “Il genio della lampada” tratto dal Musical Aladdin — Corso di musical II livello ASD Beautiful Act.
«Una festa legata a quel tesoro nascosto e non abbastanza noto, che è la Reliquia del preziosissimo Sangue di Gesù Cristo – ricorda il parroco della cattedrale don Alessandro Rossini – una piccola ampolla contenente alcune piccole gocce di sangue di Gesù che per svariate vicissitudini storiche, quelle più significative ben documentate e conservate nell’archivio della Cattedrale, è giunta sino a noi. Abbiamo pensato di riproporre in maniera solenne, all’intera popolazione della città l’antico rito della benedizione con la Sacra Reliquia, alla presenza del Vescovo Giuseppe, per invocare su tutti noi come in antichità, l’intervento divino, affinché allontani dalla “peste” del Covid 19 e affinchè la nostra città torni a risollevarsi, a vivere e a sperare in un futuro migliore. Quest’anno in particolare ricordiamo Flavio Gianluca, Flavio Gianluca, i due ragazzini morti a causa della droga, che è stato il tema dei dibattiti e convegni per sensibilizzare i giovani e le famiglie sulla strage silenziosa provocata dalle dipendenze, sulla superficialità con cui vengono affrontate le fragilità di adolescenti e giovani, non ultimo il problema dell’emergenza educativa delle giovani generazioni».
La reliquia del Preziosissimo Sangue, una croce pettorale al cui interno sono custodite alcune gocce del sangue di Gesù, fu donata alla chiesa Cattedrale nel 1650 dal cardinale Francesco Angelo Rapaccioli allora vescovo di Terni. E’ una devozione a Gesù che suggerisce lo spirito di sacrificio, incoraggia a portare la croce e ad affidarsi alla volontà di Dio. In modo particolare, la solennità del Preziosissimo Sangue si lega al territorio ternano grazie ad un’antica storia, che affonda le sue radici nel lontano 1675, quando la popolazione fu colpita da una terribile epidemia di peste che, in poco tempo, causò un elevatissimo numero di morti. L’allora vescovo, monsignor Gentili, decise di fare appello alla Misericordia del Signore e il 21 giugno del medesimo anno si diresse sulla Torre dei Barbarasa. Da qui, benedisse la città con la reliquia del Preziosissimo Sangue: inspiegabilmente e senza una causa evidente, l’epidemia di peste iniziò a decrescere per sparire del tutto durante l’inverno.
Nella Cattedrale di Terni dalla fine del ‘600 la reliquia è custodita nell’altare appositamente costruito e la storia descritta in un dipinto del XVIII secolo, posto sulla parete sinistra del presbiterio, di fronte all’organo, rievoca l’incontro di San Giuseppe da Copertino con il cardinale Rapaccioli. Quando il cardinale, che si recava ad Assisi per incontrarsi con l’amico Santo, giunse nei pressi della basilica di San Francesco, vide venirgli incontro San Giuseppe. Giunto all’altezza del cardinale, il santo, divinamente ispirato, si inginocchiò adorando la reliquia del Preziosissimo Sangue, che il cardinale segretamente recava con sé. L’episodio è una prova indiretta dell’autenticità della reliquia offertaci da San Giuseppe da Copertino, che l’anonimo pittore ha voluto affrescare a lato dell’Altare Maggiore.
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