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Prevenzione rischio sismico: oltre 1.200.000 euro a disposizione di 47 comuni per indagini di microzonazione sismica

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore regionale Enrico Melasecche, ha destinato 1.219.000 euro per lo svolgimento di azioni di riduzione del rischio sismico tramite l’individuazione delle aree che sono più soggette a fenomeni di amplificazione sismica nel caso di terremoti. Attraverso un apposito bando di manifestazione di interesse questi finanziamenti saranno utilizzati in  47 comuni: Amelia, Attigliano Avigliano Umbro, Baschi, Bettona, Calvi dell’Umbria, Cascia, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Collazzone, Costacciaro, Fabro, Fossato di Vico, Fratta Todina, Giano dell’Umbria, Giove, Gualdo Cattaneo, Gubbio, Lisciano Niccone, Lugnano in Teverina, Magione, Marsciano, Massa Martana, Monte Castello di Vibio, Montecastrilli, Montecchio, Montefalco, Montegabbione, Monteleone d’Orvieto, Narni, Norcia, Orvieto, Otricoli, Paciano, Passignano Sul Trasimeno, Penna in Teverina, Perugia, Preci, San Gemini, San Venanzo, Scheggia e Pascelupo, Sigillo, Spoleto, Terni, Todi, Torgiano, Umbertide.

“Con questa operazione – ha affermato Melasecche – tutti i comuni umbri disporranno di microzonazioni sismiche di estremo dettaglio per i capoluoghi e per le principali località, mentre già tutti i comuni dispongono di analisi territoriali sul rischio sismico, messe a disposizione dalla Sezione geologica regionale, per l’utilizzo ai fini urbanistici e di protezione civile”.

“In Umbria – fa sapere Andrea Motti, responsabile delle microzonazioni sismiche e della geologia della Regione Umbria, da poco nominato vice presidente del Comitato Stato-Regioni che coordina la Rete Italiana dei servizi geologici – sono molte le attività di microzonazione sismica che si sono fatte nel corso degli ultimi 30 anni. Queste indagini indicano le aree in cui si hanno localmente amplificazioni delle forze sismiche generate dai terremoti ed i risultati sono utilizzati per progettare in maniera corretta gli edifici in aree non soggette a frane o crolli generati dai terremoti. L’utilità di tali strumenti di conoscenza è un dato di fatto che si è riscontrato con dati oggettivi anche durante gli eventi sismici del 2016. Le intensità macrosismiche rilevate (ICM) in Umbria (indice che tiene conto del danneggiamento degli edifici e feriti e delle forze sismiche) sono più basse, diffuse e uniformi, rispetto a quanto ci si poteva attendere, con valori inferiori di 0.5 fino a 3 gradi di intensità macrosismica. Più in generale si può affermare che, prendendo a riferimento l’estensione completa dei 3 comuni umbri della zona epicentrale (Norcia, Preci Cascia), l’intensità rilevata è di almeno 1 grado inferiore rispetto a quanto ci si poteva attendere con le forze sismiche registrate dalle strumentazioni sismiche. Tali valori di intensità macrosismica inferiori, data la simile tipologia edilizia dei centri storici e delle località delle 4 regioni, è da ricondurre agli interventi di riduzione del rischio sismico che si sono potuti basare sugli studi di pericolosità sismica locale/microzonazione sismica che la Sezione geologica regionale ha realizzato per l’intero territorio regionale nel corso degli ultimi 30 anni a seguito dell’adozione di criteri regionali uniformi”.

Attualmente la Sezione geologica regionale sta sviluppando ulteriori strumenti di analisi che permetteranno una valutazione geologica, a scala regionale e locale, ancora più approfondita. L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha finanziato con 300.000 euro la proposta dell’esecuzione del Foglio geologico alla scala 1:50.000 Nocera Umbra, attività che sarà effettuata congiuntamente con il Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia.

Foto: TerniLife ©

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