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Nessun calo di Ictus durante l’epidemia Covid, l’analisi della Neurologia dell’ospedale Santa Maria di Terni

La rete Ictus afferente all’Azienda ospedaliera di Terni, che comprende l’Umbria meridionale, regolarmente operativa anche durante il picco della pandemia

Oltre al quadro pneumologico, il virus SARS-CoV-2 coinvolge diversi apparati e sistemi tra cui quello nervoso periferico e centrale. Non a caso si parla di patologia neurologica Covid-19-relata o neuro-Covid, che può avere varie manifestazioni cliniche tramite meccanismi di danno diretto, immunologico e trombotico-emorragico. Anche nell’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni sono stati ricoverati pazienti che rientrano nella definizione di neuro-Covid e la situazione è stata analizzata da Stefano Caproni, dirigente medico della struttura di Neurologia e Stroke unit diretta da Carlo Colosimo, evidenziando dati in netta controtendenza con quanto accaduto in molti altri centri, soprattutto nel Nord Italia, che sono già stati oggetto anche di una pubblicazione su una rivista internazionale (*).

 

Quello che emerge dall’analisi è che a differenza della maggior parte delle patologie sistemiche o specialistiche, che hanno presentato una significativa riduzione di incidenza durante la pandemia, negli ultimi 3 mesi la patologia cerebrovascolare acuta, in particolare l’ictus ischemico, nell’ambito del bacino di utenza dell’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni ha mantenuto numeri in linea con la media del medesimo periodo degli ultimi anni in termini di casi e di procedure terapeutiche della fase acuta dell’ictus. “Questo poiché verosimilmente, – spiega il dottor Stefano Caproni –  oltre al potenziale ruolo del SARS-CoV-2 nei meccanismi trombotici, la modifica dello stile di vita non ha ridotto il rischio cerebrovascolare nella popolazione generale”.

 

Nella Neurologia di Terni – continua il dottor Caproni – abbiamo seguito e trattato una decina di pazienti ricoverati per COVID-19 con successivo sviluppo di neuropatia legata ad alterazioni immunitarie, oppure complicati da una grave encefalopatia vascolare ischemica a probabile genesi vasculitica, legata cioè ad infiammazione dei piccoli vasi arteriosi. Due pazienti sono inoltre stati trattati con trombolisi endovenosa o trombectomia meccanica, per ictus ischemico in fase acuta: uno risultato positivo al tampone per SARS-CoV-2 e un altro con un grave quadro respiratorio COVID-19 e contemporanea insorgenza di patologia ischemica cerebrale e cardiaca. In sostanza la rete ictus afferente all’Azienda ospedaliera di Terni, che comprende il territorio della parte meridionale della nostra regione, ha continuato a funzionare  regolarmente anche durante il picco della pandemia”.

 

La struttura complessa di Neurologia è integrata nell’ambito di studi multicentrici nazionali ed internazionali volti a creare un registro adeguato ad un’ampia casistica di Neuro-COVID e si propone di fronteggiare l’attuale e futura sfida rappresentata dalla gestione della patologia neurologica acuta in corso di SARS-CoV-2 o da esso causata, individuando il percorso più adatto per questi pazienti.

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