“Erano ‘forse’ convinti di avere acquistato e assunto codeina” – come riporta l’Ansa – mentre invece si trattava di metadone, i due ragazzi trovati morti il 7 luglio nelle loro case di Terni. E’ l’ipotesi formulata dal gip convalidando il fermo di Aldo Maria Romboli.
Dall’indagine è emerso che già a giugno l’uomo aveva ceduto il metadone diluito ai due adolescenti. “Quella volta però – emerge dal provvedimento – l’indagato aveva detto loro che si trattava di codeina e non di metadone. Il Romboli ribadisce invece che il 6 luglio aveva detto ai ragazzi che la sostanza ceduta era effettivamente metadone”. Per il giudice questa affermazione ‘contrasta’ con quanto riferito agli inquirenti dagli amici di Flavio e Gianluca. Secondo i testimoni infatti quando i due ragazzi si erano sentiti male avevano detto che ‘era colpa della codeina comprata da Aldo’. Romboli – scrive il gip – ha ha tuttavia negato “assolutamente di avere ceduto codeina, né il 6 luglio né in altre occasioni ai due ragazzi”.
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