(t.l.) Il Coronavirus ha mietuto vittime in tutta Italia ma non solo dal punto di vista della salute. Infatti, dopo gli ammortizzatori sociali stanziati dal governo per l’emergenza da Covid-19, adesso c’è chi rimane senza ossigeno (economico), come le lavoratrici delle mense e delle pulizie nelle scuole che questa mattina, mercoledì 24 giungo hanno protestato davanti alla Prefettura di Terni. Sono scesi, infatti, in piazza in almeno 60 città in tutta Italia, gli oltre 80mila lavoratori e lavoratrici dei servizi di mense e pulizie scolastiche e aziendali, a casa per l’emergenza Covid-19 dalla dichiarazione del lockdown e più tornati al lavoro. Questi lavoratori sono stati chiamati alla mobilitazione da Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti e hanno fatto sentire la loro voce, per chiedere che venga estesa la copertura degli ammortizzatori sociali, erogate le indennità e, soprattutto, garanzie per una rapida ripresa delle attività.
“Sono circa 80mila gli addetti (la metà – circa 39mila – solo nelle mense scolastiche) – spiegano in una nota congiunta i sindacati – che dall’inizio di marzo, con il decreto che imponeva il lockdown per emergenza sanitaria, sono di fatto senza lavoro e molti senza reddito. Tre mesi senza stipendio per le responsabilità incrociate di aziende e Inps, numerose delle prime per non aver anticipato, in molti casi, gli assegni ordinari ai dipendenti, l’ente di previdenza per non aver ancora corrisposto le indennità che spettano loro. A questi tre mesi di inattività forzata, per molti di loro, si sommerà un periodo altrettanto lungo di sospensione delle assunzioni, che coincide da sempre con la fine dell’anno scolastico. Altri tre mesi senza stipendio e, soprattutto, senza la garanzia di riprendere a lavorare, a settembre, per la riapertura delle scuole. Pur avendo già più volte sollecitato, senza successo, le istituzioni, le organizzazioni sindacali chiedono a Governo, Regioni, Comuni e imprese, confronti per individuare percorsi condivisi e soluzioni per prorogare, di almeno 27 settimane gli ammortizzatori con causale “Covid-19”; la ripresa dell’anno scolastico a settembre, in presenza e in sicurezza per tutti, prevedendo il mantenimento del servizio mensa; prevedere l’accesso agli ammortizzatori sociali ordinari senza condizionalità rispetto al committente per le imprese e i lavoratori delle mense e delle pulizie cosiddetti aziendali; una riforma degli ammortizzatori sociali per non discriminare i lavoratori in appalto e dare risposte strutturali per i lavoratori part time ciclici; misure di sostegno economico straordinarie per affrontare l’emergenza. Non c’è tempo da perdere: servono certezze oggi, per il lavoro e per il futuro”.
Foto:Monica VITALI ©