In una fase di crisi epocale, come quella dovuta al prolungato lockdown per la pandemia di Covid-19, le principali Leghe sportive italiane hanno fatto sistema, costituendo un “Comitato 4.0” ed elaborando alcune proposte per mettere in sicurezza la fascia dello sport di vertice e professionale. L’obiettivo è proteggere lo sport di territorio che svolge un imprescindibile ruolo di “ascensore” nella piramide sportiva, tenendo in vita il modello italiano e preservandone l’insostituibile funzione di traino del movimento e di presidio sociale.
Il “Comitato 4.0”, che vede nel suo nucleo fondativo Lega Pro, Lega Basket Serie A, Lega Pallavolo Maschile e Femminile, a cui si sono aggiunte la Lega Basket femminile, la Lega nazionale Pallacanestro e la Fidal – Runcard, ha predisposto, con il supporto di PwC Tls, la cornice tecnica per l’introduzione nell’ordinamento italiano di un credito d’imposta sulle sponsorizzazioni e per gli apporti di capitale delle società sportive professionistiche e dilettantistiche.
Queste misure rappresentano un’ancora di salvataggio delle medie imprese sportive, particolarmente colpite dal blocco delle attività a causa del coronavirus, che sono caratterizzate da una strutturale ridotta redditività e che non sostenute da ingenti risorse derivanti da diritti media.
Le principali Leghe sportive italiane hanno voluto corredare le proposte da uno studio da cui emerge che i ricavi da sponsorizzazione delle società ed associazioni sportive attive nell’ambito di discipline ammesse ai Giochi olimpici, con ricavi prodotti in Italia compresi tra i 200 mila e 15 milioni di euro annui, sono stimabili complessivamente in circa 400 milioni di euro. Applicando un credito di imposta pari al 50% del valore delle sponsorizzazioni di entità superiore ai 10 mila euro (come richiesto dalle Leghe partecipanti al Comitato) risulterebbe un costo per l’Erario pari a 96 milioni di euro.
Tuttavia, si tratterebbe di un costo sostanzialmente neutrale per le casse dello Stato: il costo, in termini di minori entrate, relativo al finanziamento del credito di imposta per le sponsorizzazioni sportive, sarebbe infatti compensato dalla salvaguardia del potenziale gettito fiscale e contributivo di società ed associazioni sportive di medie dimensioni.
Al contrario, nel caso in cui non fossero previste misure strutturali a favore dello sport di territorio, la perdita di gettito fiscale e contributivo sarebbe consistente, e ciò sarebbe dovuto a due fattori: il mancato rinnovo dell’iscrizione da parte di alcune squadre alla prossima stagione sportiva, fattispecie con effetti strutturali; la riduzione del volume d’affari a causa della crisi causata dall’emergenza sanitaria.
L’“effetto strutturale” è stato stimato mediante una indagine condotta su un campione di 214 società: il 31% ha dichiarato che sta valutando se rinnovare l’iscrizione alla prossima stagione sportiva. La perdita di gettito fiscale, derivante dal mancato rinnovo dell’iscrizione ammonterebbe a 73 milioni di euro.
Oltre alla perdita di gettito derivante dal mancato rinnovo dell’iscrizione, è stato stimato l’effetto derivante da una contrazione del volume di affari delle squadre iscritte: i soggetti coinvolti nell’indagine hanno stimato una riduzione pari a circa il 26%, corrispondente a 39 milioni di gettito.
Alla luce di quanto sopra, l’effetto complessivo di minor gettito fiscale per lo Stato, per la prossima stagione sportiva, potrebbe ammontare a circa 112 milioni di euro, di cui 73 milioni di euro “strutturali”, con effetto anche negli anni successivi.
Le misure sono state rimesse all’attenzione del Governo, in particolare del Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e del Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, e l’auspicio è che vengano approvate in modo da preservare il ruolo che lo sport può svolgere come strumento di sviluppo e crescita sociale.
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