Marco Schenardi è stato un apprezzato ex rossoverde, oggi allena gli Under 15 delle Fere che stanno ben figurando nel loro girone.
Mister, puoi tracciare un bilancio di questa prima metà di stagione?
“Il bilancio è sicuramente positivo anche in relazione al fatto che sono arrivati tanti giocatori nuovi e si è passati dal campionato regionale a quello nazionale. Anche dal punto di vista personale la prima esperienza con i giovani è ricca di soddisfazioni da tutti i punti di vista”.
In cosa la squadra ti sta piacendo di più? Qualcosa ti ha sorpreso?
“Mi piace la coesione che si sta cementando fra i ragazzi, vederli spesso insieme in centro, passeggiare con i compagni di squadra che vengono da fuori e vivono nel convitto è un aspetto ancora più importante dei risultati, che comunque sono ottimi. Mi sorprendo ogni giorno. I ragazzi sono sempre pronti al cambiamento, sono curiosi e ricettivi. Sono anche loro a cambiare qualcosa di me, ogni giorno, ed in meglio”.
Quali sono gli aspetti da curare con maggiore attenzione per la crescita dei ragazzi?
“Sicuramente gli aspetti tecnici ma non bisogna mai prescindere dall’aspetto educativo che è un principio questo ben radicato in seno alla Società e che il sottoscritto persegue tenacemente. In un mondo così dispersivo i valori devono essere un riferimento futuro per i nostri giovani, al di là dello sport praticato o da quello che sceglieranno di fare nella vita”.
Come trovi il livello del campionato?
“Il livello è buono con due particolarità: le squadre del sud sono più competitive e più propense alla ricerca del risultato le altre sono più attente al gioco e all’aspetto tecnico; noi per caratteristiche e per indicazioni dei responsabili del settore giovanile, facciamo parte del secondo gruppo anche se le due cose, con i giovani, si conciliano facilmente”.
Cosa ti aspetti dalla seconda parte della stagione?
“Uno spirito di gruppo ancora più coeso e la possibilità di crescita anche di chi è stato un po’ sacrificato in questa prima parte di stagione. Per me loro sono come dei figli e mi auguro il meglio per ognuno di loro. Alla fine spero che si possano ricordare di me non solo come allenatore, ma anche come un buon educatore, una persona disponibile che ha accompagnato un tratto del loro percorso di crescita”.