(r.f.) Anche l’associazione di Amelia Sulla Strada ricorda la volontaria Silvia Romano a un anno dalla sua scomparsa. “Era il 20 novembre 2018 – spiegano dall’associazione – quando si è diffusa la notizia che una ragazza di 23 anni di Milano, volontaria in un orfanotrofio in Kenya, è stata rapita. Sgomento, paura e preoccupazione sono le prime emozioni che abbiamo provato: noi tutti, che ogni anno ci rechiamo in contesti simili a quello di Chakama, per portare il nostro entusiasmo, il nostro desiderio di solidarietà e di umanità. Non potevamo crederci perché ci siamo immedesimati subito in quella giovane ragazza, appena laureata e con il sogno della cooperazione.
Silvia Romano sono io, abbiamo pensato. Avrei potuto essere io. Sgomento, paura e preoccupazione abbiamo provato anche nei giorni a seguire, mentre leggevamo raccapricciati i commenti superficiali, sprezzanti, odiosi di quanti, incapaci di provare empatia e di riconoscere il valore di una ragazza che si dà agli altri con gratuità, non hanno trovato altre parole che insulti: dal ‘se l’è cercata’ al ‘perché è andata in Africa poteva fare volontariato qui da noi’ – in una logica del ‘prima gli italiani’ che ci fa sempre più paura. Ma tante sono state anche le persone che in questo anno non hanno mai smesso di ricordare Silvia, di chiedere a gran voce notizie, di pretendere aggiornamenti da parte delle autorità: che cosa si sta facendo per ritrovarla? Che cosa si è fatto finora? E anche se queste domande ancora non trovano risposta, è importante continuare a farle tutti i giorni, compatti e uniti, finché non ci daranno ascolto. La parola e la testimonianza sono le nostre uniche armi contro la disattenzione del quotidiano: con i nostri messaggi, con il nostro esempio, promettiamo a Silvia di mantenere sempre viva l’attenzione sul suo caso affinché non venga dimenticata”.
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