Continua la rubrica settimanale di TerniLife. Si chiama “Paese che vai”. È a cura di Ilaria Alleva e punta a far conoscere, ai ternani e non, i nostri comuni. Bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. TerniLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected].
(di Ilaria Alleva) La piccola Polino ha una storia immensa e tante sfumature da scoprire.
DOVE SI TROVA – Polino è il più piccolo comune in provincia di Terni e di tutta l’Umbria (infatti ha solo 234 abitanti), ma è immerso nei boschi e affacciato a 836 m s.l.m. sulla Valnerina. Dista da Terni 35 km.
QUANDO NASCE – Nel XII secolo una potente famiglia feudataria, quella dei Polini, fondò il paese (chiamandolo “Pulino”) tra Rieti e Spoleto, ai piedi del monte Petano, in una posizione strategica che lo rese a lungo una roccaforte ambita. Dopo qualche tempo il governo passò alla famiglia degli Arroni. Nel 1248 papa Innocenzo IV lo concesse al Ducato di Spoleto e nel 1333 fu occupato dalle milizie di re Roberto d’Angiò di Napoli, comandante generale dello Stato della Chiesa. La famiglia degli Arroni fu dunque costretta a giurare fedeltà a Spoleto. Seguirono vari cambi di signore alla Rocca: nel 1416 fu acquistata dai signori di Foligno Nicolò VIII, Bartolomeo IV e Corrado XV Trinci, nel 1417 ne erano signori Tommaso e Gianpaolo di Chiodo con le rispettive famiglie. Dopo essere rientrato brevemente nei possedimenti dei Polini, la rivolta popolare del 1527 che uccise Andrea de Domo, accusato di aver violentato una ragazza, rigettò Polino nelle mani di Spoleto. Nel 1528 si insediarono nel castello le milizie di Sciarra II Colonna, alleate dei Lanzichenecchi, agli inizi del governo della famiglia Castelli di Terni. Questo dominio, tuttavia, durò relativamente poco poiché la figlia di Gianbattista II Castelli non ebbe figli. Dunque, alla fine del ‘700 si stabilì a Polino una famiglia di Arezzo, gli Albergotti, che avviarono la miniera di ferro e argento per coniare i primi scudi di Clemente XIII. La miniera chiuse in fretta a causa delle impurità dell’argento. La famiglia Albergotti però mantenne e, anzi, aumentò la propria importanza dopo la Repubblica Francese e la Restaurazione: fino al 1860 il marchese Antonio Albergotti governò Polino (comune baronale) insieme al marchese Filippo Stefanoni Simonetti.
COSA VEDERE – All’ingresso del paese si trova la pubblica fonte che agli inizi del ‘600 la famiglia del marchese Castelli fece costruire. La costruzione presenta uno stile tardo barocco. A facciata tripartita e in pietra calcarea, le sezioni della fontana sono divise da due lesene terminanti con delle cariatidi, le quali sostengono l’architrave da cui si snodano ai lati due pinnacoli a forma di piramide e al cui centro è raffigurata la regina Giovanna di Napoli. Nel mezzo c’è una lapide che ricorda il patrocinatore dell’opera e sopra lo stemma dei Castelli. Alla base ci sono tre vasche di raccolta, con teste leonine, dalle quali le cannelle gettano acqua proveniente dalle sorgenti montane. La cannella di mezzo è ornata da una divinità delle acque. Sicuramente ciò che attira più l’attenzione e il turismo è la Rocca di Polino: edificata dalla famiglia dei Polini durante il XII secolo a scopo difensivo, si erge sulle rive del fiume Nera, alle falde del monte Pentano. Costituita da due torri cilindriche su una pianta poligonale, nel Medioevo le sue mura erano sede delle case dei benestanti. Oggi la Rocca è proprietà del Comune di Polino, e al suo interno è allestito il Museo Laboratorio dell’Appennino Umbro, un esempio all’avanguardia di museo interattivo e multimediale. Partendo dal basso, nella parte chiamata “sotto”, è possibile avere informazioni riguardo la geologia dell’Appennino Umbro, comprese le formazioni del lago Tiberino e delle grotte, e sulla Cascata delle Marmore. Nella parte detta “sopra” invece vengono approfondite le tematiche naturalistiche della catena montuosa, dunque quali animali e quali piante vi si possono trovare. Il tutto è realizzato attraverso una serie di giochi volti alla lettura delle tracce, allo studio delle foglie degli alberi e ai loro frutti, in percorsi didattici che si servono anche di supporti interattivi ed esperienze laboratoriali. Adatto soprattutto ai bambini (infatti sempre più scuole prenotano visite, volte anche all’educazione ambientale), ma anche agli adulti. Inoltre l’esperienza continua fuori dal museo, attraverso sentieri naturalistici che permettono di approfondire anche la conoscenza dei fossili di cui Polino è ricca, ovvero le ammoniti. Il comune sta cercando di ampliare i musei negli edifici adiacenti alla Rocca offrendo più spazi espositivi. In particolare c’è l’intenzione di aprire un museo per la Cava dell’Oro, per via della miniera recentemente scoperta. Si vorrebbe aprire un sentiero che ne faciliti il raggiungimento e che sia accompagnato da pannelli didattici per l’approfondimento storico-antropologico e geologico. Polino, inoltre, è famosa per gli itinerari naturalistici e le escursioni sul monte della Pelosa, a 1636 m s.l.m.
GLI APPUNTAMENTI PRINCIPALI – Essendo un comune molto piccolo, Polino ha una serie di eventi monotematici, ma straordinari, durante tutto l’anno: le escursioni in montagna. Il C.A.I. si occupa dei corsi di arrampicata e delle escursioni nelle grotte, oltreché degli itinerari di trekking per l’Appennino Umbro. La sede è al rifugio “Nello Troiani” nella frazione di Collebertone, un posto dove è possibile aderire a castagnate e giornate in compagnia e che, durante l’autunno e l’inverno, è particolarmente suggestivo dato che è immerso nel bosco, ma anche in estate e in primavera le iniziative non mancano. A tutti gli amanti della montagna non potrà non piacere!
Foto: TerniLife ©