“Già in passato eravamo intervenuti per segnalare come la nuova struttura organizzativa di ARPA, varata dal direttore generale nel 2016, pur prevedendo 2 dipartimenti territoriali, area Sud e area Nord, sulla impostazione della USL Umbria 2, di fatto li svuotava di contenuti e potenzialità, privandoli di autonomia operativa, gestionale e contabile”: lo scrive la Fp Cgil con il segretario Lucci.
“Così come avevamo segnalato le carenze di organico, con delle dotazioni di personale ferme dal 2003; la situazione con i pensionamenti e dopo la riorganizzazione del 2016 rimane assolutamente emergenziale, nell’area ternana sono rimasti 0 dirigenti, 0 posizioni organizzative e 6 tecnici, di cui solo 5 operativi. Giova, inoltre, ricordare come il territorio ternano sia ricco di insediamenti industriali importanti, che impongono il controllo costante e accurato sulla qualità delle acque superficiali a monte e a valle di Ast, del Polo Chimico e di Nera Montoro, delle falde acquifere e delle emissioni atmosferiche” lo scrive la Fp Cgil con il segretario Lucci.
“In questo quadro, l’approvazione da parte della giunta regionale di un delibera per avviare dei concorsi pubblici per l’assunzione di 15 unità tra tecnici della prevenzione, ingegneri e operatori, di cui un parte per il dipartimento di Terni, rappresenta di fatto un elemento positivo, ma non esaustivo dei problemi che abbiamo evidenziato. Giova anche ricordare come la riorganizzazione voluta fortemente dal dott. Ganapini ha anticipato la riforma della legge regionale del 1998, una Riforma che sembrava essere al punto di arrivo ma di fatto mai varata. Ci chiediamo se oltre ai problemi organizzativi che si sono creati nell’area ternana, il mancato recepimento della struttura organizzativa da parte di una legge regionale non rischi di creare contenziosi giuridico amministrativi. L’organizzazione di Arpa del 2016 fu anche oggetto di interrogazioni in consiglio comunale da parte di tutte le forze politiche, che scaturirono poi in un preciso atto di indirizzo che impegnava il sindaco e la giunta ad intervenire presso la Regione, per rivedere/annullare la delibera del direttore generale del 2016 e varare una legge che fornisse gli strumenti al dipartimento di Terni per un’azione autonoma e concreta a difesa del territorio ternano. Continuano a rimanere incerte le attività connesse alla bonifica del sito di interesse nazionale di Papigno, cosi come è fortemente ridotta l’attività di controllo delle aziende sottoposte ad Aia. Per tutti questi motivi, rivolgiamo un appello a tutte le forze politiche, alle istituzioni, al sindaco di Terni affinché vi sia una profonda riflessione sui temi ambientali che riguardano il nostro territorio, che porti al varo di una legge regionale che riveda l’organizzazione, restituendo ad Arpa, dipartimento di Terni, il ruolo effettivo di indirizzo, controllo, tutela e repressione per il bene dei cittadini e per la tutela dei delicati equilibri ambientali” conclude Lucci.
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