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“First Man” aprirà Popoli e Religioni Film Festival

Sarà “First Man” il titolo della quindicesima edizione di Popoli e Religioni – Terni Film Festival, in programma dal 9 al 17 novembre 2019, annunciata ufficialmente con una conferenza stampa dal direttore artistico Arnaldo Casali, il direttore dell’Istess Stefania Parisi, il vescovo di Terni Giuseppe Piemontese, il presidente dell’associazione San Martino Francesco Venturini e il vicesindaco e assessore alla cultura del Comune di Terni Andrea Giuli.

Il festival, organizzato dall’Istituto di studi teologici e storico sociali di Terni con la collaborazione dell’associazione San Martino e della Pontificia Università Salesiana, il contributo della Fondazione Carit, della Regione Umbria e del Ministero per i beni e le attività culturali e il patrocinio del Comune di Terni e del Pontificio Consiglio per la cultura, riceve da quattro anni la Medaglia del Presidente della Repubblica.
“Prendiamo le mosse dal cinquantesimo anniversario della conquista della luna – spiega Casali – per parlare del tema “il primo uomo” nell’accezione più ampia, tanto antropologica (il mito di Adamo ed Eva e teorie di Darwin, robotica e intelligenza artificiale) quanto storica (uomini e donne pionieri nei vari campi)”.

Le due giornate di apertura saranno interamente dedicate al cinquantesimo anniversario della conquista della luna, con installazioni, mostre, concerti, proiezioni, incontri, anteprime ed esperienze di realtà virtuale. “Parleremo anche delle varie teorie del complotto per tornare a riflettere su fake news e post-verità”.


Il futuro del festival –
In questi quindici anni il Terni Film Festival ha portato in città centinaia di artisti: da Maria Grazia Cucinotta a Lina Wertmuller, da Giuliano Montaldo a Liliana Cavani, passando per Terence Hill, Nino Frassica, Francesco Salvi, David Riondino, Pupi Avati, Amos Gitai, Ascanio Celestini, Alessandro D’Alatri, Eugenio Barba, Luca Manfredi, Marzia Ubaldi, Angelo Longoni, Andrea Sartoretti, Franco Battiato, Jerzy Stuhr, Elio Germano, Vincenzo Cerami, ma anche tanti giovani attori e registi che, anche grazie al festival sono cresciuti e si sono affermati. Ha sostenuto la distribuzione in Italia di capolavori come I colori della passione di Lech Majewski con Rutger Hauer, e la produzione di film come Francesco di Liliana Cavani, Corpo estraneo di Krzysztof Zansussi e Il sole dentro di Paolo Bianchini. Ha presentato film italiani in Francia, Polonia e India, nel 2018 ha ospitato la terza edizione della Conferenza internazionale dei festival del cinema interreligiosi (dopo gli incontri di Barcellona e Trento) e parteciperà in agosto alla quarta, in programma a Yerevan, in Armenia.
Al festival partecipano 800 spettatori al giorno e coinvolge le scuole, l’università e il carcere e l’anno scorso papa Francesco ha mandato un suo messaggio agli organizzatori e agli spettatori. Il 7 giugno l’edizione 2019 ha avuto un’anteprima di grandissimo successo con la proiezione del film Up & Down di Paolo Ruffini e l’incontro con il regista e gli attori, tutti affetti da sindrome di Down.
Il budget del festival – circa 70mila euro – viene investito interamente sul territorio, facendo girare un’economia che sostiene aziende, ristoranti, agenzie di viaggio, tipografie, taxi, alberghi e cinema. Tutto questo pesa, in termini creativi, organizzativi ed economici, sulle spalle di una piccola organizzazione di volontariato e il rischio concreto, quindi, è che la quindicesima edizione sia anche l’ultima.
“Il festival è cresciuto molto oltre le nostre aspettative e le nostre ambizioni – spiegano Parisi e Piemontese – ed è ormai tempo che venga condiviso con altre associazioni ed enti pubblici e privati. E’ improrogabile un’assunzione di responsabilità da parte di tutti coloro che vogliono che questa esperienza prosegua e continui a crescere. Contiamo sulla lungimiranza di chi ci ha apprezzato e può aiutarci”. Qualche settimana fa gli organizzatori sono stati convocati in Comune per un’audizione in commissione consiliare. “I consiglieri comunali di tutte le forze politiche, dal PD alla Lega fino al Movimento 5 Stelle – spiega Casali – hanno impegnato il Comune di Terni a sostenere questa manifestazione. Il segno che il nostro festival non ha un colore politico, ma rappresenta davvero un servizio pubblico e una risorsa per questa città. Ora aspettiamo che questo aiuto si concretizzi”. Ma non sono solo le istituzioni pubbliche a doversi assumere la responsabilità del futuro del festival, per questo l’organizzazione ha deciso anche di lanciare una serie di sottoscrizioni pubbliche, attraverso una piattaforma di crowfunding, facebook e paypal. “Qualsiasi cifra raccolta sarà di grande aiuto”.


Un festival sul volontariato –
Il bando per il concorso di lungometraggi, cortometraggi e documentari è stato pubblicato nei giorni scorsi sul sito del festival e sulla piattaforma filmfreeway e sono già arrivate centinaia di iscrizioni da tutto il mondo. Ai bandi pubblicati se ne aggiungerà un terzo nei prossimi giorni, dal titolo “Italiani: primi nel volontariato”.
Anche quest’anno il Terni Film Festival ha realizzato infatti un concorso speciale per cortometraggi in collaborazione con l’associazione San Martino. “In Italia ci sono più di 6 milioni di cittadini impegnati nel volontariato in vari settori – spiega Francesco Venturini, presidente dell’associazione San Martino – e in gran parte è un volontariato di cui beneficiano altri italiani. È una realtà di cui si parla poco, e noi su questa realtà vogliamo invece puntare i riflettori”. Il bando verrà pubblicato nei prossimi giorni e sarà riservato a cortometraggi incentrati sul tema del volontariato in tutti i campi: dalla disabilità alle varie forme di povertà, dalla protezione civile al volontariato culturale, come quello in cui sono impegnati i tanti giovani che compongono lo staff del festival.


Il focus Italia –
Ogni anno il Terni Film Festival dedica la giornata finale ad un focus dedicato ad una regione geografica del mondo, invitando gli immigrati presenti a Terni a raccontarla attraverso film, canti, danze e una cena etnica.

Nel corso degli anni il festival ha raccontato l’India, l’America Latina, la Polonia, la Cina, l’Africa, la Bulgaria, il Maghreb, i Balcani, la Scandinavia, la Palestina, il Marocco, la Romania, ancora l’India e la Nigeria. Quest’anno, per la prima volta, il festival dedica il suo focus all’Italia. Oltre a raccontare il nostro paese con film e incontri culturali, quindi, anche la festa finale del Festival sarà dedicata alla cultura della penisola con danze e canti folk e una cena che riunirà tutte le eccellenze della nostra cucina. Anche per questo l’Istess lancia un appello a tutte le realtà culturali, le corali, i consorzi, le aziende che vorranno far conoscere i prodotti tipici per una grande festa tricolore.


Il premio Gastone Moschin –
Da tre anni il Terni Film Festival promuove anche il premio “Gastone Moschin” destinato a personalità che hanno aiutato a far crescere il cinema in Umbria. Nel 2016 il premio è andato al regista ternano Giordano Torreggiani, per il corto My awesome sonorous life; nel 2017 è stato intitolato a Gastone Moschin (che a Terni ha fondato con la moglie Marzia Ubaldi la scuola “Mumos”) ed è andato a Luca Manfredi per il film In arte Nino. Nel 2018 è stato assegnato invece a Marialuna Cipolla, giovane cantautrice ternana candidata al David di Donatello per Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores. Da quest’anno l’assegnazione del premio “Moschin” sarà affidata ad una giuria specifica composta da istituzioni e personalità che lavorano sulla promozione del cinema nel territorio umbro.


Per sostenere Popoli e Religioni – Terni Film Festival si possono effettuare donazioni tramite paypal ([email protected]) oppure tramite bonifico bancario (iban IT12T0335901600100000067278) con causale “Offerta liberale Terni Film Festival 2019”.
Nei prossimi giorni sarà attiva anche una piattaforma di crowfunding e una raccolta fondi su facebook.

Foto: TerniLife ©

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