Mercoledì 3 e giovedì 4 aprile, alle 21 al Teatro Secci di Terni, lo spettacolo Night Bar di Valerio Binasco chiude la Stagione di prosa 2018/2019. Lo spettacolo interpretato da Nicola Pannelli, Sergio Romano e Arianna Scommegna guarda a quattro atti unici di Pinter – Il Calapranzi, Tess, L’ultimo ad andarsene, Night – da una prospettiva più indifesa, meno solida e sicura rispetto alla tradizione di messinscene ormai ritenute ‘classiche’ sui testi di questo autore. I biglietti dell’appuntamento che rientra nella Stagione di prosa del comune di Terni e del Teatro stabile dell’Umbria sono in prevendita al botteghino centrale del Caos tutti i giorni, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, e possono essere prenotati telefonicamente al Botteghino Telefonico Regionale 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20. I biglietti prenotati vanno ritirati mezz’ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita. E’ possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it.
L’opera. Valerio Binasco non sottovaluta lo specifico stilistico e poetico di Pinter, fatto di storie semplici, di una quotidianità allucinata, di una carica simbolica che investe anche il niente, rotta da silenzi che fanno un chiasso esorbitante. Piuttosto sfida il gioco sull’allusione e sull’evocazione dell’autore col il tentativo di dare più rilievo e calore ai personaggi, fornendo loro un contorno più delicato e commosso, concentrandosi sulle emozioni che i rapporti umani delle quattro storie brevi mettono in moto.“In uno spettacolo come questo – racconta Binasco – l’elemento che conta di più sono gli interpreti. Per un regista è una gioia avere attori straordinari come Arianna Scommegna, Nicola Pannelli e Sergio Romano. Costoro, oltre a tante altre qualità, hanno la virtù rara di essere anche un po’ clown. Quei malinconici clown senza naso rosso, capaci di cogliere l’assurdo dell’esistenza e renderlo senza peso. Ho lavorato su testi di Pinter diverse volte, e ad ogni occasione ho dovuto accorgermi che questo autore così severo e così ‘anaffettivo’, in realtà ama in modo sorprendente la teatralità, e richiede un gioco scenico fatto apposta per attori capaci di stare a mezza via tra il realismo e la colla per i baffi posticci. Pinter sembra aver bisogno di qualche artificio da baule di teatro, a volte, per poter manifestare fino in fondo la sua asprezza realistica”.
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