Nella sessione dedicata al Question time della seduta odierna dell’assemblea legislativa, i consiglieri Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari (M5S) hanno chiesto alla Giunta di “coinvolgere le migliori Università e Politecnici d’Italia per contribuire a elaborare una doverosa exit strategy, con la necessaria riconversione
industriale per Terni, concordando col Governo un affidabile cronoprogramma per l’avvio delle bonifiche, obiettivi entrambi più vicini grazie anche alle ingenti risorse pubbliche ottenibili in futuro con il ‘ritorno a casa’ delle centrali idroelettriche, regionalizzazione prevista dal Decreto semplificazioni varato dal Parlamento poche settimane or sono”.
Nell’illustrazione dell’atto, Liberati ha rimarcato che “mentre la Commissione bicamerale Ecomafie prosegue anche in questi giorni il suo lavoro in Umbria, a partire, non a caso, dal SIN di Terni, con i noti 655 ettari da
bonificare sin dal 2001, vigilando attivamente sulle Acciaierie di Terni e sui suoi veleni, oltre che sulle altre criticità ambientali della regione, gran parte della classe politica locale e umbra frattanto non ha saputo in alcun modo incidere sulla situazione e sulle sorti della città, apparentemente legate ancor oggi a doppio filo a un’industria 1.0 di stampo ottocentesco. Nel silenzio assordante e di lunghissima data della predetta
classe politica, di un consistente pezzo di vecchio sindacato e di Magistratura – ha detto Liberati -, decine di milioni di tonnellate di scorie restano accumulate un po’ ovunque nel sottosuolo della Conca ternana, massa di rifiuti che continua regolarmente a crescere, inquinando in modo eclatante pure le falde acquifere, come dimostrano le concentrazioni di cromo esavalente e di altri metalli pesanti nei pozzi sotto le discariche e gli
stabilimenti (fonte ARPAU), a voler tacere dell’ammorbamento da metalli del fiume Nera, dell’aria e dei terreni. Occorrono mediamente almeno dieci anni – ha spiegato Liberati – solo per individuare nuove aree di insediamento produttivo e concordare le politiche di sviluppo. In Italia e nel mondo esistono brillanti esempi di riconversione industriale: da Bilbao a Pittsburgh, passando, più in piccolo, per il Lingotto di Torino e altrove,
realtà il cui dato rilevante consiste nel fatto che puntare sul futuro, sul sapere e sulle produzioni ad alto valore aggiunto, come in questi casi, rappresenta l’unica strategia possibile e vincente”.
All’interrogazione hanno risposto gli assessori Fernanda Cecchini e Fabio Paparelli secondo le loro competenze in materia. Fernanda Cecchini: “Le responsabilità è la possibilità di fare meglio è in capo a più soggetti istituzionali. Rispetto alla bonifica di un sito nazionale sta in capo al Tavolo nazionale dove anche il vostro Movimento ha
ruoli di responsabilità. Il M5S ha la straordinaria occasione di portare valore aggiunto anche nel territorio ternano rispetto alle vicende in questione. Quest’Aula in più occasioni ha affrontato temi dell’area ternana arrivando anche ad approvare una specifica mozione (2017) con indicazioni alla Giunta di procedere con la richiesta di riconoscimento di area ambientale complessa da portare avanti in sintonia con il Governo nazionale. Si è avviato un procedimento che ha portato a siglare un protocollo di intesa con relative risorse finanziarie, consistenti
attualmente in 4milioni di euro. La Regione sta concordando con i Comuni di Terni e di Narni le azioni indispensabili per dare priorità a metodologie che diano valore aggiunto in termini ambientali (traffico, riscaldamento e altre attività che impattano con l’ambiente). Sul procedimento delle Aia, con il rinnovo in capo alla Regione nei confronti di importanti aziende che operano nel territorio ci sarà la possibilità, anche attraverso
l’utilizzo delle migliori tecniche dell’innovazione, di migliorare anche sul fronte dell’impatto della siderurgia sul territorio”. Fabio Paparelli: “Tra il Pd ed il M5S ci sono due opinioni diverse: secondo Liberati occorre delocalizzare le acciaierie di Terni in altra parte dell’Umbria. Noi la riteniamo un’ipotesi fantasiosa che arrecherebbe danni sociali enormi alle migliaia di famiglie occupate. Noi perseguiamo invece una politica, sia a livello ambientale che sociale, che renda sostenibile il sito in questione. La Regione, negli ultimi decenni ha investito molto e nonostante le criticità ancora esistenti, abbiamo oggi una situazione sicuramente migliore. Forse se Liberati evitasse di far gestire la vertenza del tavolo Ast dal vice capo di gabinetto del Ministro
invece che dalla politica, forse se nell’ambito dell’area di crisi complessa lo strumento da noi individuato per contribuire a cambiare il tessuto produttivo di Terni innestandolo su ‘innovazione’ e ‘sostenibilità’ ambientale e sociale e quel tavolo sull’ambiente insediatosi a marzo 2018 fosse riconvocato dal Governo, nonostante i nostri
numerosi solleciti, forse se tutto quanto compete al Governo si facesse, qualche passo avanti potrebbe essere fatto. Noi, il nostro contributo lo abbiamo dato, sia nell’ambito dell’area di crisi complessa, tracciando le nuove traiettorie di sviluppo del territorio, sia nei tavoli istituzionali, sia soprattutto sul fatto di iniziare ad introdurre nuove modalità di sviluppo. Sul progetto ‘Leolandia’ e sul progetto ‘Narni’ siamo in attesa della firma che il Ministro aveva annunciato entro la fine di febbraio”. Nella replica, Liberati ha definito “un errore clamoroso aver portato ‘Leolandia’ quasi ad Orte e non alla Cascata delle Marmore. Poiché l’Aia è di competenza regionale, e poiché la Regione è un Ente di pianificazione, non si può pensare che le cose le possa cambiare qualcun altro, perché non si ha il coraggio di mettere in campo un progetto nuovo”.
Foto: TerniLife ©