Sono stati presentati ieri in Provincia (sala del Consiglio Sergio Secci) i risultati del questionario somministrato dall’ufficio di Consigliera di Parità della Provincia di Terni agli studenti delle scuole superiori che hanno svolto l’alternanza scuola-lavoro. Le risposte pervenute sono state 1455 su circa 3mila studenti interessati agli stage in aziende, pubbliche amministrazioni ed altri enti.
A presentare i risultati c’erano il presidente della Provincia, Giampiero Lattanzi, la Consigliera di Parità, Maria Teresa Di Lernia, la vice, Ivana Bouché, e la responsabile del servizio scuola della Provincia, Tiziana De Angelis. “L’iniziativa – ha detto il presidente Lattanzi – è meritevole e importante perché per la prima volta verifica il livello di benessere degli studenti e indaga su eventuali casi di discriminazione sui luoghi di lavoro, pur se stiamo parlando di stage.
Il questionario è però molto importante anche per un’altra ragione e cioè che contribuisce a creare dialogo tra scuola, alunni e genitori che è un validissimo strumento per fare emergere disagi e problemi e poter così intervenire in tempo per apportare correttivi e misure”. “L’iniziativa – ha spiegato la Di Lernia – nasce dall’esigenza di misurare il livello di benessere di studenti e studentesse e il clima nell’alternanza scuola-lavoro. Abbiamo cercando di capire le percezioni che hanno avuto e se hanno avvertito la sensazione di essere soggetti a discriminazioni”.
Dal questionario emerge che, fra coloro che hanno risposto, il 57 per cento sono ragazze, il restante ragazzi. Di questi il 36 per cento ritiene che lo stage abbia avuto spesso un obiettivo didattico, il 15 per cento sempre, il 39 per certo ritiene che qualche volta lo abbia avuto, l’11 per cento mai. L’85 per cento sa cosa è l’alternanza scuola-lavoro, mentre il 55 per cento si ritiene coinvolto con il dialogo.
Fra coloro che hanno risposto, il 64 per cento è del parere che lo stage abbia dato la possibilità di un percorso di scelta, mentre il 60 per cento non crede che sia un percorso professionalizzante (il 31 si). Il 73 per cento è dell’opinione che abbia un ruolo educativo, il 27 non è di questo avviso. Nello specifico delle sensazioni maturate fra studenti e studentesse, il 59 per cento ha dichiarato di avere avuto la sensazione che la bella presenza non fosse importante, il 41 si, l’83 per cento non ritiene che piercing e tatuaggi siano stati un problema, mentre il 95 per cento dichiara di non aver subito molestie, il 5 per cento si.
Per l’84 per cento i ritmi di lavoro erano sostenibili, ma l’81 per cento ha dichiarato le pause insufficienti, il 14 per cento ha evidenziato sensazioni di malessere e di disturbo, l’86 per cento no. Per quanto riguarda il trattamento rispetto al genere, il 94 per cento ha detto che non ha avuto problemi, mentre il 6 per cento si. Infine, solo l’8 per cento sostiene di avere avuto problemi in merito all’etnia e solo il 2 per cento in riferimento al credo religioso.
Foto: TerniLife ©