La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati ha concluso il suo ciclo di audizioni a Terni. Nel pomeriggio del 7 marzo sono stati ascoltati alcuni componenti della IV Commissione consiliare del Comune di Terni, i rappresentanti di Usl Umbria 2 e i rappresentanti sindacali di Ast.
Il presidente della IV Commissione, Thomas De Luca, ha riferito in merito alla relazione sulle contaminazioni da diossina. De Luca ha inteso sottolineare ritardi delle diverse istituzioni nell’affrontare il problema della contaminazione, evidenziando che il primo riscontro di non conformità dei campioni agroalimentari è avvenuto nel 2012, mentre l’ordinanza del Comune di Terni è arrivata nel 2016 a causa di lentezze e mancata comunicazione tra istituzioni. Nonostante l’ordinanza risulti ancora vigente, De Luca ha sostenuto che nel corso degli anni successivi non è stata effettuata un’adeguata attività di controllo sul suo rispetto.
Sulle contaminazioni da diossina hanno riferito anche i rappresentanti di Usl Umbria 2, dando informazioni sui piani di campionamento delle produzioni alimentari inizialmente in prossimità dell’area Sin e poi nella conca ternana. Il direttore del dipartimento Prevenzione Guglielmo Spernanzoni ha detto di aver più volte sollecitato la convocazione del tavolo istituzionale sul tema con la presenza di tecnici in grado di interpretare i dati, ma senza alcun risultato dal 2016 ad oggi. Ubaldo Bicchielli, responsabile Epidemiologia di Usl Umbria 2 ha invece spiegato di aver istituito un gruppo interdisciplinare in materia di epidemiologia, ma di non essere riuscito a ottenere finanziamenti regionali per uno studio sul tema. Adesso è in corso uno studio, finanziato però con risorse di un ente privato.
La giornata si è conclusa con l’audizione dei sindacati Ast. I rappresentanti delle organizzazioni sindacali hanno parlato dei problemi di salute dei lavoratori derivanti dalla presenza di amianto nello stabilimento nei decenni passati, quando quel materiale era in uso. Allo stesso tempo, si sono detti convinti che la fabbrica possa convivere con il territorio a patto che l’azienda segua anche a Terni i migliori standard ambientali del gruppo in Europa.
«A Terni abbiamo trovato un quadro complesso, con situazioni di inquinamento significative per le quali tuttavia non si sono ancora individuati con certezza i responsabili. È il caso dell’acqua contaminata da cromo VI fuoriuscita dalla galleria del Tescino, o della contaminazione da diossina rilevata nei cibi dal 2012. Una situazione che alimenta la preoccupazione dei cittadini. Finita la missione a Terni il nostro impegno continua. Naturalmente al momento non ci sono conclusioni della Commissione: lavoreremo per indagare lo stato della conca ternana e stimoleremo le diverse istituzioni in ritardo a fare la loro parte», ha dichiarato il presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli.
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