“Prima assemblea Arrone 2030: l’inizio di un percorso aperto, democratico e autonomo per migliorare il nostro Comune”. Ecco le parole dell’ideatore del progetto, Marsilio Francucci il quale spiega che “sempre più frequentemente negli ultimi tempi, parlando con i cittadini arronesi sono state evidenziate due principali criticità: un progressivo distacco tra amministrazione e cittadini e la mancanza di una comunità pulsante. In questi ultimi mesi la domanda che mi sono posto sempre più frequentemente è stata: come si può effettuare la ricostruzione dei legami per favorire coesione sociale e lo sviluppo del senso di comunità? Una prima risposta l’ho trovata nel discorso di fine anno 2018 del presidente Mattarella che ha affermato l’importanza dell’impegno per riconoscersi come una comunità di vita con un comune destino. Sentirsi comunità significa condividere valori, prospettive, diritti e doveri, pensarsi dentro un futuro comune, da costruire insieme. Assumersi la responsabilità, perché ciascuno di noi è, in diversa misura, protagonista del futuro del nostro Paese, essere rispettosi gli uni degli altri ed essere consapevoli degli elementi che ci uniscono e nel battersi, come è giusto, per le proprie idee rifiutare l’astio, l’insulto, l’intolleranza, che creano ostilità e timore. Un ulteriore contributo è scaturito intervista di Giuseppe Genna al teologo gesuita Antonio Spadaro, direttore della rivista “La civiltà cattolica”, pubblicata dalla rivista l’Espresso il 3 Febbraio 2019. Spadaro riporta un insegnamento di Papa Francesco, il quale teorizza la differenza tra abitante e cittadino. E’ cittadino chi ha l’opportunità di sentirsi attore del proprio destino e di quello della nazione, non è possibile pensare il futuro di una società senza una partecipazione attiva. Senza partecipazione la democrazia si atrofizza, diventa una formalità, perché lascia fuori i cittadini dalla costruzione del loro destino. Essere cittadini viene prima di qualunque identità politica o religiosa: si sta insieme per costruire insieme la società, impegnandosi in vista di un obiettivo e di un progetto comune. Un ulteriore tassello di questo percorso è stata la notizia riportata dagli organi d’informazione del progetto Foligno 20/30 ( l’avvio di un laboratorio di partecipazione civica con un coinvolgimento ampio della popolazione, consapevoli che il bisogno di partecipazione oggi si esprime in forme e modi nuovi e non è possibile tornare all’usato garantito). La notizia ha suscitato la mia curiosità ed insieme ad alcuni amici sono andato a Foligno per incontrare i promotori del progetto. Un incontro molto interessante dal quale è scaturita la volontà di creare ulteriori sinergie. Successivamente gli amici di Foligno sono venuti ad Arrone e da ciò è nato il progetto Arrone 20/30, un progetto generato dalla consapevolezza che Arrone ha bisogno di nuove opportunità e di una partecipazione autentica con il coinvolgimento dei giovani, delle donne e degli uomini, che con le loro idee intendono diventare protagonisti dello sviluppo e della crescita del territorio”.
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