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“Capolinea Roma, spostarlo da Tiburtina ad Anagnina danno per i pendolari umbri”

“Confinare da Tiburtina ad Anagnina i 250 mila passeggeri, pendolari e studenti  provenienti da e in partenza per l’Umbria rappresenta un’inopinata penalizzazione e mette a rischio la gestione in sicurezza ed efficienza dei nostri operatori”: lo afferma l’assessore regionale ai trasporti Giuseppe Chianella in merito allo spostamento da Tiburtina ad Anagnina del terminal degli autobus che raggiungono la Capitale.

Nel ricordare che sulla vicenda è stata espressa la “forte preoccupazione” della Giunta regionale dell’Umbria, Chianella ha annunciato di aver chiesto formalmente al Comune di Roma e alle istituzioni coinvolte di intervenire urgentemente per  scongiurare i sicuri disagi a cui andrebbero incontro i passeggeri umbri che utilizzano l’autostazione Tiburtina e di trovare, su un tavolo aperto a tutte le parti interessate, una soluzione condivisa prima di assumere qualsiasi decisione.

“Prevedere per Anagnina la progettazione di un semplice capolinea degli autobus di lungo raggio – secondo l’assessore –  significa non tenere conto delle conseguenze legate alla sicurezza dei passeggeri, all’accoglienza e agli standard di trasporto previsti dalla regolamentazione comunitaria e nazionale relativamente ai  diritti di passeggeri con autobus. Al contrario – afferma Chianella – va sottolineata la oggettiva funzionalità ed efficacia dell’attuale autostazione Tiburtina che gestisce, in assoluta sicurezza, oltre otto  milioni di passeggeri all’anno e che è ubicata in un’area strategica di Roma fortemente interconnessa con le altre modalità di trasporto e realizzata con soli fondi di privati, senza alcun onere a carico della finanza pubblica, la cui gestione attende solo l’indizione, da parte della pubblica amministrazione, di una pubblica gara. Lo stanziamento  di poco più di 600 mila euro per  i lavori di riqualificazione della area di Anagnina è certamente un importo insufficiente a garantire gli standard minimi di sicurezza, efficienza ed adeguatezza della infrastruttura per aziende ed utenza e rappresenta – conclude Chianella – un inutile e gravoso prelievo alla spesa pubblica”.

Foto: dal web ©

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