La questione della nube arancione buttata fuori dall’Ast, domenica 9 dicembre, finisce in Parlamento. Il senatore del M5Stelle Stefano Lucidi e il capogruppo del movimento in Regione Andrea Liberati parlano di disastro ambientale.
“La legge è chiara. Se un’azienda causa un disastro ambientale e mentre esegue le proprie attività trae profitti, allora questi ultimi possono essere confiscati e destinati alle bonifiche. Veleni nell’aria e inquinanti nelle acque sotterranee ben oltre i limiti provocati da Ast configurano un disastro ambientale. Senza se e senza ma. La numero 68 entrata in vigore nel 2015, circoscrive molto bene il caso di disastro ambientale e soprattutto il fatto che, durante le attività d’impresa, siano fatti profitti a scapito dell’ambiente. Nei giorni scorsi la multinazionale tedesca aveva vantato utili per 98 milioni di euro, ma ci chiediamo quale prezzo debba ancora continuare a pagare la città di Terni, perché sono stati accertati veleni e contaminanti sia nell’aria sia nel sottosuolo, ternano. La scorsa settimana avevamo già denunciato il gravissimo caso degli inquinanti – insistono gli esponenti 5 stelle – tra cui cromo esavalente 1200 volte oltre il limite negli acquiferi sotterranei della Thyssen. Mentre la discussione era ancora in corso, nel dibattito è improvvisamente entrato un video scioccante che mostra vampate altissime di colore arancione sopra lo stabilimento”.
Il video di un concittadino che riprendeva ieri, 9 dicembre, la nube arancione che fuoriusciva dalle Acciaierie ha fatto il giro del web. “A poco valgono – denunciano i portavoce – le timide iniziative prese dal massimo
responsabile sanitario locale, il Sindaco Latini, che convoca azienda e sindacati, dimostrando anch’egli la sudditanza alla multinazionale tedesca. Mentre a Roma la Lega, insieme a noi 5 Stelle, alza la voce e difende i diritti degli italiani qui a Terni, abbassa la testa supinamente agli interessi dei tedeschi, dimostrando la stessa ingenuità politica dei predecessori del Pd. Tanto più che non è certo la prima volta che dalla fabbrica si levano fumi del genere. Nonostante più volte da noi sollecitati, Comune, Regione e Arpa non hanno nemmeno voluto installare le telecamere con l’obiettivo fissato sugli stabilimenti, evitando così di registrare ufficialmente questo quotidiano caos nei cieli della città”.
“Per non tacere – denunciano Lucidi e Liberati – del fatto che riguardo al cromo esavalente negli acquiferi, il sindaco Latini cita Arpa e afferma che non c’è nessun pozzo a uso privato nell’ampia zona contaminata da Ast. Ma come si fa a determinare cosa avviene davvero lì sotto, quando ripetutamente accerti la presenza di cromo esavalente anche per 1200 volte sopra il limite? È evidente – conclude la nota – come la città sia fuori controllo. I ternani sanno che sia le acque del sottosuolo che quelle dei fiumi sono già fortemente contaminate da metalli pesanti. Studi su studi confermano una situazione inaccettabile e pericolosa. Ma anche l’acqua del rubinetto è di qualità tutt’altro che eccelsa. Allo stesso modo, i ternani non hanno nemmeno il diritto di respirare un’aria salubre. Che impatto ha questo sulle vite e sul futuro degli stessi dipendenti Thyssen, dei cittadini tutti, dei più giovani che, infatti, scappano?”
“Per questo – concludono gli esponenti 5 stelle – sarà presentata un’interrogazione parlamentare il cui testo sarà inviato alle Procure. Chiediamo al Ministero per l’Ambiente di attivarsi su Terni per certificare definitivamente lo stato di quei luoghi. E soprattutto riteniamo doveroso che quei 98 milioni di euro di profitti debbano essere restituiti ai ternani e destinati alla messa in sicurezza e alla bonifica del sito. Sempre che sia sufficiente”.
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