Violenza sulle donne e contrasto alla legge Pillon saranno i temi che affronterà la consiglierà di parità della Provincia di Terni in occasione dell’iniziativa di Amelia in programma domenica prossima, organizzata dal Forum delle Donne. Alle 17 alla sala Boccarini ci sarà un incontro a più voci, con anche punti di vista maschili dell’Associazione Maschile Plurale, e con l’apporto musicale e non solo delle giovani generazioni. “La questione – afferma Teresa Di Lernia – è soprattutto culturale ed educativa”. Sulle violenze di genere la consigliera di parità ha diffuso la seguente nota:
“È una strage che non si ferma quella consumata sulla vita delle donne in Italia. Nei primi dieci mesi del 2018, sono state 106 le vittime di femminicidio nel nostro Paese, una donna uccisa ogni 72 ore. Secondo l’aggiornamento statistico sul fenomeno curato da Eures – Ricerche economiche e sociali, dal 1 gennaio al 31 ottobre 2018, rispetto al totale degli omicidi commessi in Italia i femminicidi sono saliti al 37,6 per cento rispetto al 2017, quando erano al 34,8 per cento. I dati mostrano che le violenze avvengono in famiglia (il 70,2 per cento) e in coppia (il 65,2 per cento nel gennaio-ottobre 2017). E ancora: la coppia è l’ambito più a rischio per le donne” – Tra il 2000 e i primi dieci mesi del 2018 le donne uccise sono state 3.100, una media di più di tre a settimana. E in quasi tre casi su 4 (il 72 per cento) si è trattato di donne cadute per mano di un parente, di un partner o di un ex partner. I dati son imperiosi ma servono a ragionare sul fenomeno, non si può non partire dalle considerazioni statistiche. Mentre cala il numero totale degli omicidi in Italia, sceso nel 2017 al minimo storico di 396 – e delle vittime di sesso maschile, l’incidenza delle donne uccise cresce progressivamente”.
“Un ulteriore dato: nella maggioranza dei casi (il 57,1%per cento nel 2017) tali violenze erano a conoscenza di terze persone e nel 42,9 per cento delle occasioni la donna aveva presentato regolare denuncia. Senza evidentemente ricevere un’adeguata protezione – aggiunge Di Lernia – Arginare il fenomeno pertanto non è questione semplice, laddove sopravvivono stereotipi di genere e dove agli uomini ancora si impone un’educazione basata sul non mostrare o parlare dei propri sentimenti, delle proprie paure, del non poter condividere tra maschi le proprie inadeguatezze per non essere tacciati di debolezza. Come Consigliere di Parità, abbiamo a che fare con discriminazioni di genere, soprattutto in ambito lavorativo dove a parità di mansioni, le donne sono pagate meno ed hanno meno possibilità di progressione di carriera perché ancora oggi il peso maggiore della famiglia è a loro carico. Per questo motivo, ci opponiamo al disegno di legge Pillon che non tiene conto delle disparità esistenti in ambito familiare”.
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