Questa volta non gli è andata bene: vuoi il caso, vuoi la scaltrezza di alcuni anziani e soprattutto la prontezza e l’acume investigativo della Polizia di Stato, questa volta sono tornati a Napoli “solo” con una denuncia – un’altra- per truffa ad anziani aggravata, continuata e in concorso.
Per loro, anche la misura del divieto di ritorno nel Comune di Terni per tre anni, disposta dal Questore Antonino Messineo.
E’ iniziato tutto lunedì mattina, quando, intorno alle 10:00, arriva una segnalazione al 113 per un tentativo di raggiro ai danni di una signora di 87 anni, con la tecnica del finto incidente causato da un familiare, in cui ci sono persone ferite coinvolte.
La signora, dopo essere stata contattata al telefono – con il purtroppo ormai noto sistema – non riuscendo a contattare i familiari (poiché la tecnica usata in questi casi dai truffatori permette di bloccare l’utenza fissa), e non avendo i 9.000 euro richiesti per “tirare fuori dai guai il parente”, aveva preparato una busta con dentro tutto l’oro che aveva trovato in casa (un appartamento in un condominio del centro di Terni) e mentre stava uscendo sul pianerottolo per consegnarla ad uno dei due truffatori, che in quel momento stava salendo le scale, si sente male e suona alla porta della vicina per chiedere aiuto. II truffatore vede la scena, pensa di essere stato scoperto e fugge via.
Sarà poi la vicina, dopo aver tranquillizzato la signora, a chiamare la Polizia di Stato che immediatamente si mette sulle tracce dei criminali; pattuglie sia della Squadra Volante, che della Squadra Mobile perlustrano il territorio cercando con attenzione auto e passeggeri che rispondano a determinate caratteristiche, conoscenze acquisite nel corso del tempo attraverso indagini similari.
Alle ore 12:30, la Sala Operativa segnala un altro tentativo di truffa ad anziani a Gabelletta e gli investigatori si dirigono a Borgo Rivo, dove apprendono che il raggiro non è andato a buon fine perché la persona al telefono aveva detto alla donna che il marito aveva avuto un incidente e quando la signora aveva risposto che il marito era morto da molti anni, allora il truffatore aveva detto che si trattava del nipote; la donna, una 85enne, aveva riattaccato ed aveva avvertito i familiari che avevano chiamato il 113.
Ben sapendo gli investigatori che questi criminali non abbandonano il luogo prescelto per il reato di quel giorno, prima di aver incassato almeno qualche migliaio di euro o un bel quantitativo di gioielli, hanno continuato a perlustrare la zona, mentre alle 14:00 dalla Sala Operativa arrivano altre segnalazioni di tentate truffe ai danni di anziani, ultra 75enni: uno di loro non aveva proprio aperto la porta ed un altro, al quale avevano chiesto 6.000 euro, aveva talmente insistito al telefono che voleva parlare con la figlia “vittima di incidente”, che alla fine il truffatore aveva riattaccato; un altro tentativo riguardava una signora a cui avevano sempre detto che il marito, morto ormai da tanti anni, era stato coinvolto in un incidente.
Le segnalazioni arrivavano da via del Tordo e l’attività della Polizia di Stato si concentra proprio in quella zona, fino a quando, in via del Germano, una pattuglia della Squadra Mobile nota una station wagon ferma con a bordo due uomini ben vestiti.
Ai due viene chiesto cosa stessero facendo e i due, con tutta tranquillità, rispondono che si stavano riposando. Viene chiesto loro che cosa facciano in città e questi rispondono che sono a Terni per vendere orologi. Da un primo controllo al cellulare di uno dei due però, gli agenti notano che su Google Maps è stata impostata la ricerca di via del Tordo.
Vengono portati in Questura e dal controllo in banca dati emergono, per entrambi, numerosi precedenti penali per truffe e per truffe ad anziani. Napoletani, il padre di 68 anni e il figlio di 43, appena usciti di prigione, comunicavano tramite un altro cellulare con un altro membro della banda che, da Napoli, dava loro indicazioni sugli appartamenti da raggiungere per andare a ritirare i soldi o i gioielli.
Le indagini tecniche hanno permesso di appurare infatti che tutte le telefonate fatte agli anziani lunedì mattina provenivano da Napoli, mentre gli accertamenti relativi al percorso effettuato dai due dal loro arrivo a Terni fino al fermo, erano corrispondenti agli indirizzi delle persone contattate.
Ulteriori accertamenti hanno evidenziato la responsabilità dei due anche in altre truffe ad anziani commesse a Terni in data 26 settembre e 9 ottobre; le indagini proseguono per accertare se gli stessi sono autori di altri reati commessi in zona e per identificare gli altri membri della banda.
Un altro caso che mette in evidenza che per evitare truffe e raggiri è necessario non aprire la porta di casa a nessuno chiamando subito il 113 o il 112.
Foto: Polizia di Stato ©