Terni festival internazionale della creazione contemporanea torna dal 21 al 23 settembre a Terni e si caratterizza come appuntamento ridotto nel tempo ma non nella densità: 38 artisti nazionali e internazionali, un’installazione nomade in città e appuntamenti serali al Caos, (in via Campofregoso) scandiscono The End of Now, una tredicesima edizione tutta orientata al futuro.
E’ possibile che un errore di sistema o una collisione regalino momenti di sorprendente bellezza? Questa 13esima edizione nasce da un processo di continuo ripensamento dovuto alle trasformazioni strutturali del modello del festival e della sua sostenibilità economica. Vuole essere un gesto radicale, portato avanti grazie alla storia costruita negli anni, alle relazioni artistiche e alle occasioni di crescita offerte che hanno provocato adesioni spontanee e voglia di proteggere un festival sentito come necessario da una comunità numerosa, fatta di persone diverse. Un gesto ostinato perché crediamo sia necessario portare un messaggio e offrire occasioni di incontro in un mondo sempre più intollerante.
Ma è un gesto che scegliamo di non ripetere senza le condizioni minime necessarie, crediamo nella resistenza ma non nella sopravvivenza a tutti i costi. Il tema della resistenza è cuore della performance di Marino Formenti che apre il festival il 21 settembre in piazza Europa alle ore 19 con una sonata di 5 ore, in cui il tema Povera Patria di Battiato si trasforma ed evolve in un viaggio condiviso con chi deciderà di restare e resistere insieme.
“Ternifestival quest’anno – spiegano gli organizzatori – nasce come gesto ostinato, frutto di tempeste e collisioni impreviste che hanno forse modificato la nostra rotta senza intaccare la volontà di regalare spazi immaginari. E lo spazio è la cornice tematica e fisica che vogliamo sperimentare quest’anno”.
Dopo la luna di Luke Jerram, Terni festival si affida al collettivo Parasite 2.0 per dar vita ad uno spazio extraterrestre, un’installazione fisica nomade chiamata Welcome to another planet che apparirà dalle ore 15.30 in piazza Tacito e in cui 20 artisti si alterneranno con micro interventi in riposta alle domande: “Come parlare con gli alieni? E Odissea nello spazio: come tornare a casa?”.
Obiettivo e desiderio degli interventi e dell’intera ambientazione è immaginare il futuro che vogliamo vivere sulla Terra. Terni festival si ripensa come gesto artistico elaborato in collaborazione aperta con gli artisti che ne hanno condiviso la storia, da Menoventi a Silvia Costa, da Fosca al Gruppo Nanou passando per Cristina Kristal Rizzo e Ivana Muller fino ai talenti cittadini Alex Cecchetti, Andrea Abbatangelo e Livia Massarelli con Anna Borini: un coro di voci a cui si somma la comunità cittadina da sempre orizzonte di riferimento. Un festival come gesto partecipato, creato per e con gli artisti.
Dalle ore 19 tutte le sere il programma si sposta al Caos, Centro Arti Opificio Siri con Little Fun Place di OHT_office for human theatre un piccolo padiglione nomade, una roulotte in cui filosofia e cinema si alternano a lettura olistica dei tarocchi con Irene Fucili, la serata vinilica night e tanti dj set, dove oltre a talk e film dedicati allo spazio, ci sarà una serata dedicata all’osservazione del cielo a cura di ATA associazione ternana astrofili M. Beltrame.
Tra gli spettacoli in calendario, il 21 settembre, Babilonia Teatri con “Calcinculo dalla luna” presentano un estratto del nuovo lavoro dedicato alla nostra realtà in cui finzione e verità si confondono, il 22 settembre si inizia con La Lista di Quim Bigas Bassart che torna a galvanizzare il pubblico dopo Molar giocando stavolta su liste e lettere d’amore. Segue “Combattimento di Muta Imago”, un’esplorazione dell’amore come desiderio predatorio e a corollario Talk Show di Teatro Sotterraneo, un format che esplora ironicamente il senso del teatro con l’immancabile apporto della Libera Repubblica degli Spettatori.
Il 23 settembre si inizia con un brunch alle ore 12 e si prosegue con gli interventi nello spazio urbano dalle ore 15.30. Al Caos dalle ore 17 si susseguono The Imaginary Symposium di Danae Theodoridou, un vero e proprio simposio greco tra umani e algoritmi e Cases di Xesca Salvà, installazione performative che esplora il micro-universo domestico come zona di confine tra identità e rappresentazione sociale.
Esplorazione finale è quella di Milo Rau, regista tra i più importanti in Europa, premio Ubu e Premio Europeo per il Teatro, che torna a Terni con The Congo Tribunal, un documentario dedicato alla guerra economica in Congo in cui il cinema diventa strumento politico. Si chiude con suoni dallo spazio lontano, dal Congo e la Nuova Guinea con dj set di dj DG Vane. Si ringrazia per il supporto la Regione Umbria e per la dimensione internazionale del programma La Francia In Scena e l’Institut Francais di Roma e l’A/C aCCION Cultural Espanol con il programma di mobilità internazionale PICE.
“The end of now” non è un commiato nostalgico ma un tunnel verso il futuro, un bozzolo per il festival che sarà. L’esplorazione spaziale è lo strumento per raccontare coralmente storie dallo spazio per trasformare il presente. La luna è il luogo, il futuro e lo spazio, ma l’orizzonte di trasformazione è terrestre.
Foto: TerniLife ©