I confini e le convivenze fuori dalla propaganda mediatica e di parte sarà il tema della terza edizione del Festival della Sociologia che si svolgerà a Narni il 12 e 13 ottobre, organizzato dall’Università degli Studi di Perugia in collaborazione con il Comune di Narni e l’associazione Narni città universitaria e con il patrocinio dell’AIS, (Associazione Italiana di sociologia). Fra gli ospiti di quest’anno Ali Ait Abdelmalek, Dario Antiseri, Enrica Amaturo, Antonello Folco Biagini, Alessandro Cavalli, Lucio D’Alessandro, Giuseppe De Rita, Lorenzo Donini, Carla Facchini, Enrico Giovannini, Monica Guerritore, David Le Breton, Andrea Lenzi, Davide Morcone, Edgar Morin, Giovanna Motta, Patrick Tacussel, Roberto Zaccaria.
“Il Festival sarà presentato in conferenza stampa a Roma, nella sala Convegni Angrisani dell’Agcom, lunedì 8 ottobre alle 11 e 30. Nel corso dell’incontro con la stampa saranno sinteticamente illustrate le manifestazioni che prenderanno il via il 12 e 13 ottobre con il Festival di Narni e che si svilupperanno contemporaneamente, fino al 19 ottobre, in tutta Italia presso gli Atenei in cui sono presenti docenti di discipline Sociologiche.
“La sociologia italiana – spiegano gli organizzatori in una nota – ha scelto da qualche anno di aprire al pubblico quel laboratorio diffuso di ricerca costituito dal lavoro dei docenti che operano nei diversi Dipartimenti Italiani. È una scelta rafforzata dalla volontà di istituire un dialogo con il paese e si esprime a un doppio livello: da un lato, la progettazione della Seconda Settimana della Sociologia proposta e organizzata dalla Conferenza nazionale dei Direttori di Dipartimento di area sociologica d’intesa con le Associazioni Scientifiche dei Sociologi AIS e SISEC e dall’altro, la Terza Edizione del Festival della Sociologia a Narni.
Accendere la luce sulla Sociologia – si legge ancora nel comunicato – è l’obiettivo unificante di questi eventi, che presentano del resto diversi punti in comune, a partire dalla strategia di pubblicizzare l’innovativa produzione scientifica, didattica e culturale dei Dipartimenti, traducendosi dunque in iniziative di Terza missione e accreditando sempre più la Sociologia nelle istituzioni e nelle comunità di riferimento. Si tratta di una scelta di vocalità anche nei confronti dei mezzi di informazione, che trova il suo significato più profondo nella concreta testimonianza di una capacità di apertura delle Scienze sociali per sollecitare un dibattito non diplomatico sulla crisi italiana a partire dai mutamenti che si sono verificati negli scorsi decenni.
Le ragioni per rivendicare un nuovo livello di attenzione per la ricerca universitaria in generale e per le Scienze della società in particolare – osservano gli i promotori – consistono nella documentata presa d’atto che lo stesso cambiamento politico è stato largamente non previsto da buona parte del sistema istituzionale, per non parlare del mondo della comunicazione e dei media. Questa responsabilità, però, non riguarda la Sociologia, che ha sempre cercato di documentare le trasformazioni nelle aspettative individuali e soprattutto giovanili, e un chiaro trend al cambiamento semplificato sotto l’etichetta un po’ sbrigativa di “antipolitica”. Ma- puntualizzano – c’è anche da discutere il ruolo dei media nell’orientamento dei valori politici e nella costruzione dei discorsi pubblici, non dimenticando il loro impatto nella drammatizzazione dei problemi sociali e nella conseguente stimolazione di un’insicurezza collettiva.
È con temi di questa densità – concludono – che una Sociologia sempre più attenta al mutamento sociale dovrà misurarsi nei prossimi anni, aggiornando continuamente interrogativi e problemi che saranno variamente presenti nell’album di manifestazioni previste in tutta Italia e nel Festival di Narni”.
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