«Dal 31 marzo le operatrici del Centro Anti Violenza (CAV) di Terni “Libere Tutte” operano senza alcun contratto e senza stipendio». La denuncia è della Cgil di Terni.
«Conosciamo molto bene – si legge in una nota del sindacato – la difficile realtà in cui si trovano a operare i CAV della regione Umbria, tra cui quello di Terni, e sappiamo che il volontariato ha sempre costituito una parte nobile e preziosa per le associazioni impegnate nel fronte importantissimo del contrasto alla violenza contro le donne: percorsi che come sindacato abbiamo sempre sostenuto in tutti i modi possibili. Ora però la situazione vive uno stravolgimento preoccupante».
Le attività di volontariato hanno infatti sempre costituito una parte aggiuntiva rispetto al lavoro regolarmente retribuito, ma ad oggi hanno interamente sostituto il lavoro, con i contratti delle dipendenti dei CAV, scaduti il 31 marzo, non rinnovati, e le operatrici che vanno a lavorare gratis, senza un minimo di copertura previdenziale, contributiva e ovviamente senza retribuzione.
«Un fatto inaccettabile – afferma la Cgil – aggravato dall’imbarazzante silenzio istituzionale».
«L’accordo attuativo tra il Comune di Terni e l’associazione Libera… Mente Donna per la gestione del CAV – si legge nel comunicato della Camera del Lavoro – prevede che l’associazione che ha in gestione il Centro Anti Violenza applichi a tutte le lavoratrici “condizioni contrattuali, normative e retributive non inferiori a quelle risultanti dai contratti collettivi nazionali di lavoro e dagli eventuali accordi integrativi territoriali anche dopo la scadenza dei suindicati contratti collettivi fino alla loro sostituzione”, ed è inoltre “tenuta all’osservanza di tutte le norme relative alle assicurazioni obbligatorie e antinfortunistiche, previdenziali ed assistenziali nei confronti del proprio personale”.
Condizioni che evidentemente non vengono rispettate – prosegue la Cgil – se, come avviene da circa due mesi, le lavoratrici del Cav stanno coprendo i loro turni senza contratti né stipendi.
«Colpisce inoltre – si legge ancora nella nota – la totale indifferenza del Comune di Terni, molto solerte quando si è trattato di prendere provvedimenti con conseguenze nefaste per i lavoratori, come nel caso dell’appalto per la manutenzione del verde pubblico o in quello per le pulizie comunali, ma stranamente distratto in casi come questo, dove al contrario si tratterebbe di far rispettare un regolamento firmato proprio dal Comune a tutela delle lavoratrici».
Valentina Porfidi, della segreteria confederale Cgil Terni, dichiara :«Conosciamo bene le difficoltà in cui si dibattono i Centri Anti Violenza, sempre alle prese con finanziamenti che arrivano non si sa quando, ma ciò non giustifica una scelta come quella di non rinnovare i contratti di lavoro, lasciando le lavoratrici senza nulla.
«Il ritardo dei pagamenti – prosegue Porfidi – è una questione purtroppo annosa, che ha sempre caratterizzato la vita di questi luoghi, per cui da questo punto di vista non siamo di fronte a una situazione nuova che può spiegare tale decisione. Non si è mai arrivati a tanto nemmeno quando, a fine 2016, ci fu una sospensione dei contratti in essere per la mancanza di una convenzione per la gestione dei Cav.
In quell’occasione vennero infatti stipulati comunque dei contratti di collaborazione, proprio per garantire la continuità lavorativa. Oggi che la convenzione è in essere, questa scelta risulta davvero incomprensibile. Peraltro – prosegue Porfidi – le dipendenti del Cav sono senza contratto esattamente dal 31 marzo, ovvero da quando sono scadute per la maggior parte di loro le cinque proroghe oltre le quali, in caso di continuità di datore di lavoro, è prevista l’assunzione a tempo indeterminato per tutte le dipendenti in questa condizione, per giunta nel totale silenzio dell’istituzione comunale che, in base all’accordo attuativo sottoscritto, dovrebbe invece vigilare.
Anche perché parliamo di luoghi istituiti e finanziati con soldi pubblici del Ministero, Regione e dal Comune di Terni».
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