“Il nostro obiettivo è quello di approvare entro l’estate il regolamento per l’agriturismo con cui si attua la nuova normativa regionale, dando regole certe e allo stesso tempo favorendo maggiori opportunità di reddito per le imprese agricole attraverso la promozione non solo del territorio, ma anche delle produzioni proprie e locali”. Lo ha sottolineato l’assessore regionale all’Agricoltura, Fernanda Cecchini, nella riunione del Tavolo Verde, allargata ai rappresentanti delle associazioni di impresa del settore del turismo, in cui è stata discussa la proposta di regolamento per le attività agrituristiche.
Con i rappresentanti delle categorie interessate, agricoltori e operatori del turismo, sono state esaminate le disposizioni del regolamento che definisce nel dettaglio le tipologie di attività possibili, le modalità operative, i procedimenti per avviare un’attività agrituristica, i controlli.
“Con il regolamento – ha detto – diamo seguito alla nuova legge che premia chi si comporta bene, promuove i prodotti agroalimentari umbri, l’offerta enogastronomica regionale, la ‘filiera corta’ così come la conoscenza e la fruizione del territorio e del patrimonio rurale. La legge precisa che le attività agricole – ha rimarcato – devono essere prevalenti rispetto alle attività agrituristiche, con il tempo-lavoro necessario per lo svolgimento dell’attività agricola che deve essere maggiore di quello per le attività agrituristiche nel corso dell’anno. Al centro, dunque, c’è l’impresa agricola e la sua produzione”
“In Umbria – ha rilevato – sono all’incirca 1300 le strutture agrituristiche, circa 400 delle quali con ristorazione. A differenza del passato, con la nuova normativa si può aprire un agriturismo che faccia solo ristorazione o solo degustazione o che offra soltanto alloggio. introdotto inoltre una serie di attività, ricreative, culturali, didattiche, di pratica sportiva, escursionistiche e di ippoturismo finalizzate alla valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale, che connotano meglio l’offerta agrituristica e la differenziano ancor più da quella alberghiera ed extralberghiera”.
Il regolamento definisce le caratteristiche di ruralità dell’edificio e del luogo dell’attività agrituristica, le tabelle per la valutazione del tempo lavoro con quello agricolo che deve sempre essere superiore al tempo lavoro agrituristico, le modalità per la verifica dei limiti relativi ai prodotti agroalimentari somministrati e per l’indicazione della loro provenienza.
“Si può fare ristorazione – ha spiegato a questo proposito l’assessore – a condizione che le pietanze portate in tavola siano preparate con prodotti aziendali e regionali fino all’85 per cento del costo annuo della materia prima, con la proporzione del 30 per cento di produzioni proprie e del 55 per cento di prodotto regionale tracciato. L’offerta e la promozione dei prodotti locali va a innalzare la qualità dell’offerta agrituristica e il sostegno alla nostra agricoltura”.
L’uso di prodotti per la ristorazione e la degustazione deve essere comunicato con l’elenco degli ingredienti e la relativa indicazione di provenienza. “Un adempimento in più – ha detto l’assessore – ma c’è per il consumatore la garanzia che il prodotto proviene dall’azienda o comunque dal territorio umbro e questo lo differenzia anche da altre tipologie di ristorazione”.
Vengono definiti i requisiti igienico-sanitari degli immobili e delle attrezzature da utilizzare per le attività agrituristiche, comprese le normative per lo smaltimento dei rifiuti, e vengono date indicazioni precise sul procedimento amministrativo di abilitazione all’esercizio delle attività agrituristiche e di segnalazione certificata di inizio attività da depositare presso le amministrazioni comunali di competenza.
Il testo esaminato al Tavolo Verde allargato contiene inoltre i criteri e le modalità di classificazione, secondo quanto definito con decreto del Ministero dell’agricoltura. Si passerà da una classificazione regionale (spighe) ad una classificazione nazionale (girasoli), con cinque categorie, raffigurate dal numero di girasoli variabile da 1 a 5, analogamente alle altre strutture ricettive turistiche classificate da 1 a 5 stelle.
“Il rispetto delle regole – ha specificato l’assessore Cecchini – sarà verificato attraverso un robusto sistema di controllo sui requisiti di abilitazione e di esercizio dell’attività, controllati rispettivamente dalle ex Comunità montane e dai Comuni, questi ultimi chiamati ora anche a fare verifiche sulla percentuale dei prodotti destinati alla ristorazione e alla degustazione”.
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